EMOZIONI NEGATIVE FACENDO MUSICA: IL PROBLEMA DELL’ANSIA DA PRESTAZIONE

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La performance musicale induce emozioni straordinariamente positive in molti musicisti e cantanti. Ad esempio, il baritono Thomas Allen, durante un’intervista, descrisse così le sue emozioni dopo la sua performance del Don Giovanni in Giappone: “Avrei potuto camminare sopra i tetti delle case, tanto ero felice!”. Quando il produttore andò nel backstage per congratularsi con lui, Allen lo prese e lo alzò da terra, portandolo in giro: “Oh – disse – potrei correre sopra il monte Fuji!”.

Sfortunatamente, la performance musicale può suscitare anche emozioni negative, come lo stress e l’ansia, che in alcune persone possono avvicinarsi a sensazioni di terrore e compromettere la performance, con conseguenze negative sulla carriera.

Cos’è l’ansia da prestazione?

L’ansia da prestazione è un fenomeno che può essere descritto in modo continuo, vale a dire che ha un livello minimo e uno massimo, e tra questi due poli esistono diversi gradi che possono descrivere l’esperienza, che, anche per lo stesso musicista, può cambiare di volta in volta e lungo la sua carriera.

Il fenomeno è molto complesso è può essere descritto distinguendo quattro componenti attraverso le quali si manifesta:

1- Componenti affettive: sentimenti di ansia, tensione, apprensione, paura o panico.

2- Componenti cognitive: perdita di concentrazione, tendenza a distrarsi, memoria inaffidabile, pensieri non adattivi, errori nella lettura dello spartito, …

3- Componenti comportamentali: tremore, difficoltà a mantenere una postura corretta e a muoversi con naturalezza, incapacità tecnica.

4- Componenti fisiologiche: alterazioni del controllo respiratorio, inibizione della salivazione, aumento della frequenza del battito cardiaco, rilascio degli ormoni dello stress (come l’adrenalina e il cortisolo), disturbi gastrointestinali, aumento della sudorazione, infiammazioni muscolari…

Incidenza dell’ansia da prestazione

Il confronto tra diverse interviste sull’ansia da prestazione somministrate a musicisti di diversi paesi in diversi anni, mettono in luce come il fenomeno si presenti con una frequenza media che va dal 15 al 25%. Sembra che il fenomeno si presenti con maggiore frequenza nelle donne rispetto che negli uomini (Mirowsky & Ross, 1995).

L’ansia da prestazione, inoltre, è maggiormente presente negli studenti che nei musicisti professionisti a livello mondiale. Le spiegazioni possibili sono due: una prima ragione potrebbe essere individuata nel fatto che gli studenti più ansiosi abbandonano la carriera da musicista, per cui ci sarebbe una pre-selezione a monte; una seconda spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che i più ansiosi non vengono assunti nelle orchestre più prestigiose, preferendo la presenza di individui meno ansiosi. Purtroppo, ad oggi, non sono ancora presenti studi longitudinali che avvalorino una delle due ipotesi.

Anche la relazione tra età ed ansia da prestazione non è chiara: ci si potrebbe aspettare che questa diminuisca con l’avanzare dell’età e l’aumentare dell’esperienza, ma il successo comporta anche la consapevolezza di una maggiore aspettativa del pubblico nei propri confronti, che fa aumentare l’ansia.

Dott.ssa Laura Casetta

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Bibliografia

Craske, M.G. & Craig, K.D. (1984). Musical performance anxiety: The three systems model and self-efficacy theory. Behaviour Research and Therapy, 22, 267-80.

Steptoe, A. (1989). Stress, coping and stage fright in professional musicians. Psychology of Music, 17, 3-11.

Mirowsky, J. & Ross, C.E. (1995). Sex differences in distress: Real or artifact? American Sociological Review, 60, 449-68.

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