La psicologia Funzionale

 

L’epistemologia Funzionale

Il modello teorico di riferimento si basa sull’approccio della Psicologia Funzionale (Luciano Rispoli, 1994) e implementa il paradigma della complessità che aiuta a concepire l’unità/molteplicità di ogni entità, invece di eterogeneizzarla in categorie separate o di omogeneizzarla in una totalità indistinta. Esso incita a rendere conto dei caratteri multidimensionali di ogni realtà studiata (Morin, 1985; Rispoli, 2010).

Il Funzionalismo moderno nasce dal concetto dell’esistenza di un’unitarietà mente-corpo, superando i modelli gerarchici nei quali la prima aveva il controllo e la supremazia sul secondo.La Psicologia Funzionale è nata con l’obiettivo di chiarire la relazione mente-corpo, integrando i diversi approcci clinici, e per poter offrire, sulla base sperimentale, uno strumento operativo per intervenire nell’ambito clinico.

Le Funzioni e il Sé nella psicologia Funzionale

Il Funzionalismo si basa sui concetti di Funzione e di Organizzazione.

Le “Funzioni” sono le componenti del Sé dell’individuo e possono essere studiate nel loro andamento nel tempo. Queste sono connesse ad una polarità e possono talvolta mostrare delle alterazioni.

Il Sé, dal punto di vista della psicologia Funzionale, è l’Organizzazione delle Funzioni dell’organismo. Tali Funzioni sono tutte presenti fin dalla nascita e sono originariamente integrate tra di loro, successivamente nel percorso evolutivo si complessificano e si ibridano, dando origine ad una sempre maggiore diversificazione e complessità organizzativa.

Talvolta, eventi ripetuti e traumatizzanti e/o relazioni inadeguate ed insufficienti con le figure genitoriali di riferimento, possono comportare delle alterazioni in alcune Funzioni.

Le alterazioni che possono verificarsi nel corso dello sviluppo, in un simile contesto ambientale-relazionale e in accordo con il modello teorico di riferimento, sono: scissioni, ipo-ipertrofie, sclerotizzazioni.

Si parla di scissioni quando si interrompe l’unità armoniosa dell’interazione di due o più Aree del Sé e, quindi, le Funzioni appartenenti a ciascuna di esse interrompono la direzione armonica dello sviluppo evolutivo del soggetto, in rapporto all’ambiente, perdendo la capacità di influenzarsi reciprocamente. Di conseguenza, ciò che accade ad un certo livello, in una data Area oppure in una data Funzione, non produce più eventi congruenti nell’individuo.

Possono, inoltre, insorgere delle ipotrofie o ipertrofie, intese come sviluppi di Funzionamenti insufficientemente od eccessivamente attivati di un’intera Area o di una o più Funzioni.

Infine, possono intervenire delle sclerotizzazioni, intese come una perdita di elasticità con una conseguente riduzione delle possibilità del soggetto a poche e stereotipate modalità (ad es. modi disfunzionali e pervasivi di vivere le emozioni, posture alterate divenute inconsapevoli, pensieri ripetitivi).

Concetti alla base della psicologia funzionale: Bisogni ed Esperienze di Base del Sé (EBS)

Il bambino si sviluppa e cresce spinto dalla motivazione, vale a dire da forze che dirigono e sostengono il cambiamento, rendendolo possibile. Tali spinte motivazionali, a loro volta, servono a soddisfare dei bisogni fondamentali del Sé. Per un ulteriore approfondimento di questi si rimanda a Rispoli (1996; 2004).

Per soddisfare i propri bisogni, il bambino vive quotidianamente in un ambiente nel quale le figure genitoriali ne sono una parte fondamentale. Ognuna di tali figure è connotata da caratteristiche diverse che influiscono differentemente nelle esperienze che il bambino vive. In questo modo può apprendere delle modalità di risposta all’ambiente e di comportamento che lo rendono via via più capace ed esperto a gestire le relazioni familiari e sociali complesse.

Nel vivere ogni esperienza, le Funzioni del Sé del bambino sono organizzate in modo tale da rispondere efficacemente all’ambiente. Tali esperienze sono fondamentali per lo sviluppo del Sé del bambino e sono chiamate Esperienze di Base del Sé (Rispoli, 2004). Ogni Esperienza di Base del Sé (EBS) è definita da una particolare configurazione di Funzioni posizionate in una precisa gamma.

Quando una EBS non è vissuta per un tempo sufficiente al suo completo sviluppo o in modo adeguato, insorgono delle alterazioni nelle Funzioni che la costituiscono.

L’intervento Funzionale

L’obiettivo generale dell’intervento Funzionale è il riequilibrio del Sé che avviene tramite la mobilizzazione, la riarmonizzazione e l’integrazione delle Funzioni.

Nella Psicoterapia Funzionale questo obiettivo è raggiunto mediante l’utilizzo di tecniche che sono collegate ognuna a determinate Esperienze di Base. La maggior parte di queste tecniche prevede un lavoro “psicocorporeo”, che permette al paziente di vivere una Esperienza di Base su tutti i piani del Sé. Inoltre, una parte di queste tecniche prevedono il tocco attivo del terapeuta sul paziente che deve o agire in un certo modo, rispondendo al tocco “attivamente”, oppure ricevere il tocco “passivamente”.

In terapia viene data, quindi, la possibilità al paziente di rivivere quelle Esperienze di Base non vissute in modo adeguato nella sua storia e che nella carenza hanno causato le alterazioni riportate o rilevate nella diagnosi. In questo modo le Funzioni alterate, coinvolte in queste Esperienze di Base, hanno la possibilità di integrarsi, riarmonizzarsi e di mobilizzarsi.

Nell’applicazione di una tecnica il terapeuta indirizza il suo agire a far vivere al paziente l’Esperienza di Base su cui si vuole arrivare, in modo che l’intervento, agendo su più Funzioni contemporaneamente, le modifica, cercando di realizzare fino in fondo quella Esperienza preordinata.

Il terapeuta dovrà essere ridondante, ripetere più volte le tecniche e le istruzioni, insistendo su quei suggerimenti che possono aiutare il paziente a modificare alcuni suoi funzionamenti, aggiustandoli praticamente nel corso dell’intervento e sostenendo con il Sé ausiliario quelli più carenti.

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