Insonnia: conseguenze cognitive

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Cos’è l’insonnia e che conseguenze ha

L’insonnia è una condizione molto diffusa: circa il 30-50% degli adulti riferisce di avere occasionalmente delle difficoltà nell’addormentarsi ma solo il 6-13% rientra fra i criteri diagnostici per l’insonnia. Il DSM 5 definisce l’insonnia come una insoddisfacente qualità e quantità del sonno. Tra i criteri diagnostici rientrano la difficoltà a prendere e mantenere il sonno, che causano a loro volta difficoltà e deficit in differenti aree funzionali (sociali, occupazionali e comportamentali).

Vedaa e colleghi nel 2016 hanno individuato che l’insonnia insorge come conseguenza di problemi personali e correlati al lavoro e comporta l’aumento significativo dei livelli di ansia.

Tra gli effetti meno studiati, ma non meno invalidanti, la riduzione della performance cognitiva come conseguenza all’insonnia è stata considerata da Fortier-Brochu e Morin nel 2014. Gli autori hanno messo in luce che individui con l’insonnia hanno in generale delle performance più scadenti se comparate a quelle del gruppo di controllo e commettono più errori di attenzione e nei compiti di memoria episodica. I risultati di questo studio aiutano a riflettere sul fatto che l’insonnia non è un sintomo da sottovalutare e possa compromettere l’affidabilità lavorativa aumentando gli errori di attenzione che, in alcuni contesti, possono avere conseguenze importanti.

Performance cognitive in soggetti insonni: lo studio di Fortier-Brochu e Morin

Nel loro studio del 2014, Fortier-Brochu e Morin hanno esaminato gli effetti dell’insonnia sulla performance cognitiva, confrontando 25 adulti con insonnia e 16 senza insonnia.

Dopo un assessment che valutava il sonno e un questionario sulla storia medica del paziente, veniva chiesto ai soggetti di tenere un diario del sonno e venivano poi valutati attraverso l’esame del sonno in laboratorio, il completamento di alcuni questionari e una batteria neuropsicologica.

Le misure delle performance cognitive avevano l’obiettivo di analizzare l’attenzione, la working memory, la memoria episodica e le funzioni esecutive. Gli strumenti impiegati a tale fine erano:

  • Digit Span: Ritenzione e manipolazione delle informazioni verbali nella memoria di lavoro.
  • Paced Auditory Serial Addition Task: Velocità di processamento di informazioni, l’attenzione divisa e la manipolazione di informazioni nella memoria di lavoro.
  • Tower Test from D-KEFS: pianificazione in modalità spaziale, le regole di apprendimento, l’inibizione degli impulsi, risposte perseverative e rispetto delle istruzioni dei compiti.
  • Verbal fluency: accesso alle informazioni semantiche
  • Continuous Performance Test-II: attenzione sostenuta e il controllo esecutivo dell’attenzione.
  • California Verbal Learning Task. Misura la capacità di codifica, recupero e mantenimento degli item nella memoria episodica verbale.

Conseguenze dell’insonnia sulla performance

I risultati degli autori suggeriscono che nel diario del sonno gli insonni riportano più addormentamenti tardivi, risvegli precoci dopo l’addormentamento, più risvegli notturni, sonnellini più brevi e una bassa qualità del sonno. Gli insonni sono più ansiosi e riportano maggiore fatica generale, svolgono meno attività, sono meno motivati e riportano una maggiore fatica mentale.

Riguardo le performance cognitive le conseguenze dell’insonnia si vedono su un punteggio globale di performance più basso. In particolare, ci sono differenze significative nell’attenzione (scarsa capacità di rilevanza e numerose perseverazioni) e nel dominio della memoria episodica (più errori di intrusione). Non ci sono particolari differenze nella working memory e nel dominio esecutivo. Gli insonni si dicono più insoddisfatti delle proprie performance di memoria rispetto ai non insonni.

L’importanza di prenderci cura dell’insonnia

Questo studio mette in luce come l’insonnia faccia parte di un circolo vizioso in cui ruminazione del pensiero, iperttivazione e malessere innescano una reazione a catena che, attraverso l’insonnia, alimenta il malessere, peggiorandolo e influenzando diversi domini di vita, come quello della salute, del lavoro, degli hobby e delle relazioni sociali.

Per questo motivo è importante valutare il trattamento migliore per interrompere questo circolo vizioso, agendo sulle sue cause e non solo sulla sintomatologia.

 

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Bibliografia

Fortier-Brochu, É., & Morin, C. M. (2014). Cognitive impairment in individuals with insomnia: clinical significance and correlates. Sleep37(11), 1787-1798.

Vedaa, Ø., Krossbakken, E., Grimsrud, I. D., Bjorvatn, B., Sivertsen, B., Magerøy, N., … & Pallesen, S. (2016). Prospective study of predictors and consequences of insomnia: personality, lifestyle, mental health, and work-related stressors. Sleep medicine20, 51-58.

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