Stress materno: come influenza lo sviluppo del bambino già prima della nascita

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Se svariati studi hanno posto l’attenzione su quali tossine e agenti patogeni influenzano direttamente il processo di crescita del bambino mentre egli si sta ancora sviluppando nella pancia della mamma, ben poca attenzione invece è stata rivolta a quali possano essere le conseguenze del disagio psicologico materno sullo sviluppo del feto. In questo articolo cercheremo di dare risalto ad un recente corpo di ricerca volto ad identificare gli effetti del disagio psicologico sullo sviluppo fetale e sul suo comportamento, oltre a cercare di identificare attraverso quali processi biologici avviene questa influenza. Tali studi sono in linea con “l’ipotesi delle origini fetali” la quale teorizza che le esposizioni ambientali prenatali, e tra queste anche le alterazioni della fisiologia uterina dovute allo stato psicologico materno, possono portare a delle conseguenze durature e talvolta permanenti per il bambino.

Gli effetti sul feto delle condizioni psicologiche materne durante il periodo prenatale

Studi clinici hanno collegato l’esposizione di stress nelle donne in gravidanza e di malattie psicologiche quali ansia e depressione con alcuni importanti effetti sulla fisiologia e sul comportamento del feto, ecco quelli più rilevanti.

Alterazioni del battito cardiaco e umore materno

Studi come quello effettuato da DiPietro e colleghi (2008) hanno dimostrato che l’esposizione al disagio psicologico materno può contribuire a diminuire il controllo parasimpatico del cuore fetale, oltre a mostrare una reattività significativamente diversa nel momento in cui la madre si trovi in un momento di stress acuto. Tali studi sottolineano il ruolo dell’umore cronico della mamma nel modellare le risposte fetali ai cambiamenti dell’ambiente uterino, cambiamenti che sono associati all’esperienza materna: nel momento in cui, ad esempio, mamme ansiose o depresse sperimentano una stimolazione ripetuta e/o uno stress acuto, i feti manifestano una ridotta capacità di reazione e questo è visibile tramite una ridotta variabiità del battito fetale (FHR).

Umore, sonno e attività fetale

Per quanto riguarda l’umore depresso della madre nel periodo prenatale, è stato dimostrato che questo provochi un aumento dell’attività fetale: i feti delle madri depresse trascorrono una percentuale maggiore di tempo attivo rispetto ai feti di madri non depresse (Dieter et al., 2008). Al contrario, un’elevata ansia materna può indurre nel feto a trascorrere più tempo nel “sonno tranquillo” (sonno Nrem) e ad essere meno attivi durante il “sonno attivo” (sonno Rem) rispetto ai feti di madri non ansiose. Tali risultati sembrano sottolineare l’influenza diretta che ha l’umore materno sul feto e le strategie che il feto sembra mettere in atto per compensare un umore materno depresso o ansioso.

Stress e sviluppo neurocomportamentale del feto

Dato che il disagio psicologico materno si è visto abbia ripercussioni sul sonno, sull’attività e il movimento fetale, alcuni studi scientifici si sono occupati di indagare l’influenza dell’umore materno più in generale sullo sviluppo neurocomportamentale del feto. Fattori stressanti a cui sono esposte le donne durante la gravidanza (quali il dover affrontare un lutto o una catastrofe ambientale) possono portare ad alterazioni significative nel neurosviluppo dei bambini, come un aumento del rischio di autismo, di lateralità crociata o di ridotta capacità cognitiva (Talge et al., 2007). L’ansia e la depressione prenatale materna sono invece associate non solo ad un cattivo adattamento emotivo nei bambini più piccoli, ma il loro impatto si riverbera anche fino all’infanzia e all’adolescenza aumentando il rischio per il nascituro di sviluppare un disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) (O’Connor et al.,2003).

stress madre

Come si trasmette lo stress materno al feto? Ipotesi fisiologiche e imprinting ambientale

Se ben poca letteratura si è occupata dell’associazione tra gli stati psicologici materni e le alterazioni della fisiologia e del comportamento fetale, ancora più esigua è la letteratura che indaga in che modo l’umore materno si trasmette al feto. L’ipotesi finora più verificata pone l’attenzione sulla disregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che è considerato come il sistema centrale di regolazione del disagio psicologico. Quando lo stress materno mette in condizioni di elevata attività l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene viene liberata una quantità di cortisolo tale da arrivare alla placenta e da esercitare effetti a lungo termine sul cervello del feto in via di sviluppo (Sarkar et al., 2008). Dipietro e colleghi (2008) hanno inoltre scoperto che un elevato livello di cortisolo materno diminuiva il peso fetale stimato mentre aumentava sensibilmente l’attività fetale.

C’è da dire che, sebbene sia stato evidenziato come l’ansia prenatale può influenzare la funzione placentare e di conseguenza l’esposizione del feto al cortisolo materno, non si può tralasciare il ruolo che l’ambiente ricopre nello sviluppo del bambino. Non si può escludere, infatti, che l’umore prenatale delle donne prese in esame dagli studi considerati non sia in realtà il marcatore per le qualità dell’ambiente postnatale in cui si ritroverà il bambino e che determinerà a posteriori il suo sviluppo.

Conclusioni e implicazioni cliniche

Per concludere, gli studi qui riportati mettono in luce l’importanza che la salute psicologica delle donne in gravidanza ricopre sulla salute del bambino e sul suo sviluppo sia durante il periodo prenatale che postnatale. Una volta che tale argomento possa venire tenuto in considerazione per la sua entità e le sue ripercussioni sul nascituro, ci si auspica che vengano instaurate delle campagne di screening sulla salute mentale (in modo speculare a come si fa con altre malattie che possono insorgere in gravidanza. Es. diabete gestazionale). Allo stesso tempo ci si auspica un aumento delle ricerche in modo da individuare interventi mirati per ogni forma di disagio psicologico in gravidanza. Nel frattempo, una maggiore attenzione posta all’umore e alla salute mentale della donna in gravidanza può fare la differenza per preservare il benessere della mamma e del suo bambino.

 

Alessandra Del Ben

Bibliografia

Kinsella, M. T., & Monk, C. (2009). Impact of maternal stress, depression and anxiety on fetal neurobehavioral development. Clinical obstetrics and gynecology, 52(3), 425–440. https://doi.org/10.1097/GRF.0b013e3181b52df1

Kivlighan, K. T., DiPietro, J. A., Costigan, K. A., & Laudenslager, M. L. (2008). Diurnal rhythm of cortisol during late pregnancy: associations with maternal psychological well-being and fetal growth. Psychoneuroendocrinology33(9), 1225-1235.

Sarkar P, et al. Maternal antenatal anxiety and amniotic fluid cortisol and testosterone: possible implications for foetal programming. J Neuroendocrinol. 2008;20(4):489–96.

DiPietro JA, et al. Fetal responses to induced maternal relaxation during pregnancy. Biol Psychol. 2008;77(1):11–9.

Dieter J, et al. Maternal depression and anxiety effects on the human fetus: Preliminary findings and clinical implications. Infant Mental Health Journal. 2008;29(5):420–441.

Talge NM, Neal C, Glover V. Antenatal maternal stress and long-term effects on child neurodevelopment: how and why? J Child Psychol Psychiatry. 2007;48(3–4):245–61.

O’Connor TG, et al. Maternal antenatal anxiety and behavioural/emotional problems in children: a test of a programming hypothesis. J Child Psychol Psychiatry. 2003;44(7):1025–36.

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