ANSIA E RESPIRO

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Il respiro non è solo una Funzione autonoma, ma diversamente dal battito cardiaco o dalla pressione arteriosa, può essere controllato in modo volontario e consapevole, fin tanto che pH, Ossigeno e Anidride carbonica rimangono all’interno di determinati livelli. Il respiro è considerato una chiave di volta tra “mente e corpo”, in termini Funzionali, tra il piano cognitivo e quelli fisiologico, posturale ed emotivo.

Ogni persona nasce con una gamma ampia di respiro: da calmo (quindi lento, profondo, diaframmatico) ad accelerato, alto, toracico, a volte affannoso. In base al contesto o all’esperienza in atto, il respiro viene automaticamente regolato sulla modalità più opportuna a soddisfare il bisogno di Ossigeno di quel momento. In alcune persone, però, tale Funzione perde questa gamma e la sua naturale mobilità, sclerotizzandosi in una sola modalità, ad esempio quella toracica alta. Questo può succedere per molti motivi (per cui diventa importante fare una diagnosi e una lettura complessiva della persona). Generalmente può capitare che allarme e ansia, se prolungati nel tempo, portano ad uno squilibrio e ad una alterazione che si può leggere anche su altri piani del Sé, ma che certamente altera la Funzione respiratoria, proprio a causa delle strette connessioni che questa ha con tutti i piani del Sé. Lavorare sul respiro in una ricreata Esperienza di Calma o del Lasciare diventa, quindi, il modo per agire direttamente e consapevolmente sulla causa dell’alterazione e ripristinare un Funzionamento di fondo che si era alterato.

Dott. Luca Rizzi

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