Covid-19: possibili effetti su alimentazione e attività fisica nei bambini

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obesità bambini

La pandemia da corona virus (COVID-19) ha portato a sostanziali cambiamenti nelle abitudini di vita delle persone, tra i quali anche i bambini. Un possibile effetto a lungo termine della pandemia da Covid-19 sulla salute dei bambini, potrebbe essere un aumento del rischio di obesità e/o disordini alimentari. Attualmente ci sono pochi dati recenti a sostegno di queste ipotesi, ma alcuni autori hanno utilizzato i risultati di altri studi in cui sono stati analizzati gli effetti della chiusura delle scuole, nel periodo estivo, e l’effetto che questo poteva avere sulla salute dei bambini. In particolare uno studio di Von Hippel et al., ha mostrato come durante la chiusura delle scuole i bambini tendano ad aumentare di peso, e questo è maggiormente visibile in Ispanici e Afro Americani. È importante sottolineare come il peso accumulato durante il periodo estivo si mantenga durante l’anno e tende ad aumentare estate dopo estate. Questi dati sono allarmanti in quanto l’obesità in età infantile è correlata a un maggior indice di massa grassa all’età di 50 anni.

In particolare ultimi dati statistici mostrano come i bambini siano sicuramente a contatto con cibi più calorici durante la pandemia, in quanto i supermercati sono stati svaligiati anche di cibi processati come crackers, bibite gasate, cereali zuccherati e patatine.

Ovviamente la distanza sociale e le restrizioni portano anche a ridurre l’opportunità di attività fisica e di svago per i bambini, i quali costretti a casa aumentano l’utilizzo di giochi online che è noto essere correlato con l’aumento del rischio di obesità. L’opportunità di poter fare attività fisica all’aperto poi dipende anche dal contesto in cui si è inseriti, poiché chi vive fuori città ha più opportunità di poter stare all’area aperta, rispetto alle città nelle quali gli spazi pubblici sono stati, nella maggior parte dei casi, chiusi.

Comportamenti alimentari: tre campanelli d’allarme

Nello specifico i genitori dovrebbero stare attenti a dei segnali d’allarme nel comportamento alimentare dei bambini, che vengono riassunti da Roth (2020) in 3 comportamenti alimentari:

  1. Spizzicare: questo viene definito come un frequente, spesso continuo e non programmato, mangiare piccole quantità di cibo. Questo si differenzia dal fare spuntini poiché in quest’ultimo la quantità di cibo che viene mangiata tra i pasti viene controllata, solitamente a metà mattina e metà pomeriggio. Il fare spuntini è considerato importante in quanto permette ai bambini di raggiungere il fabbisogno giornaliero e in più è stato mostrato come attraverso gli spuntini si consumino più frutta, latte e cereali, a differenza dello spizzicare che è incontrollato ed è associato ad aumento di peso e rischio di obesità. Il cambiamento della routine quotidiana, la noia e le riserve di cibo in casa sono fattori di rischio per l’aumento di questo comportamento.
  2. Mangiare compulsivamente: questo è caratterizzato da frequenti episodi in cui si ingeriscono quantità eccessive di cibo, durante i quali la persona non ha controllo e non si ferma neanche quando si sente completamento sazio. Similmente alle sostanze d’abuso, una persona può diventare dipendente dal cibo in quanto le reazioni biochimiche che derivano dal consumo di determinati cibi (in particolare grassi, zuccheri, sale) attivano il centro di ricompensa nel cervello. Tipicamente coloro che mettono in atto questi comportamenti compulsivi, cercano in qualche modo di trovare un temporaneo sollievo all’ansia, alla depressione o ad alcune emozioni negative, come tristezza, solitudine o rabbia. Un segnale d’allarme per i genitori potrebbe essere quello di notare la ricerca di cibo subito dopo la fine di un pasto.
  3. Restrizione di cibo e calorie: questo è caratterizzato da una severa riduzione di calorie e cibo che non soddisfano i requisiti minimi giornalieri di nutrizione. Il disturbo spesso coincide con ansia e/o depressione. In generale, grandi cambiamenti di vita possono innescare ed essere fattori di rischio per un disturbo alimentare per cercare una sorta di controllo rispetto a situazioni incontrollabili in cui ci si sente senza speranza, i bambini potrebbero in queste situazioni cercare di acquisire un piccolo controllo in un aspetto della loro vita, in questo caso il cibo. I segnali d’allarme per i genitori sono vari, tra cui: mancanza d’appetito, scuse per non mangiare, episodi di pianto a tavola, lamentele di continui mal di pancia o menzogne sulle quantità di cibo ingerite. Questi sono segnali importanti ai quali i genitori dovrebbero porre particolare attenzione.

La comprensione di questi comportamenti disadattivi da parte dei genitori è fondamentale per prevenire l’insorgenza o l’acuirsi di certi disturbi, utilizzando delle strategie di supporto, tra cui creare delle routine quotidiane, che includano attività fisica, pianificazione dei pasti, routine del sonno. In particolare è stato dimostrato come la pianificazione dei pasti e il mangiare in famiglia porti ad un diminuzione dei sintomi depressivi, mentre la routine del sonno è fondamentale in quanto una severa carenza di sonno può portare alla disregolazione degli ormoni dell’appetito e all’incremento di sintomi depressivi e di ansia.

Uno dei modi migliori per creare delle routine e promuovere una relazione sana con il cibo è quello di fungere da modello a cui i bambini possono fare riferimento, in quanto è noto che i bambini attraverso l’osservazione di un adulto acquisiscono dei comportamenti che poi tenderanno ad imitare.

In alcuni casi, se la situazione sembra sfuggire di mano o se i genitori non sanno come intervenire è opportuno richiedere l’aiuto di un professionista (psicologi, pediatri, nutrizionisti) in modo da poter prevenire e promuovere il benessere mentale e fisico del bambino.

Bibliografia

Roth, M. A Spike in 3 Dangerous Eating Behaviors During Covid-19 April 13, 2020.

Rundle, A. G., Park, Y., Herbstman, J. B., Kinsey, E. W., & Wang, Y. C. (2020). COVID‐19–Related School Closings and Risk of Weight Gain Among Children. Obesity.

 

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