L’Arte-terapia e l’ansia

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Cos’è l’Arte-terapia?

 

Alessandra Improta: “L’Arte- terapia può essere intesa come l’insieme dei trattamenti terapeutici che utilizzano come principale strumento il ricorso all’espressione artistica allo scopo di promuovere la salute e favorire la guarigione, e si propone come una tecnica dai molteplici contesti applicativi, che vanno dalla terapia, alla riabilitazione e al miglioramento della qualità della vita”.

L’arteterapia è una categoria di tecniche ampia, che abbraccia tutte le forme dell’arte, tra cui musica, danza e arti visive. Con le sue tecniche e i suoi materiali, favorisce la conoscenza di sé stessi e delle proprie potenzialità e rende possibile l’integrazione di tutte le risorse di cui disponiamo per poter vivere meglio. Essa, quindi, svolge la funzione non solo di trattamento di malattie ma anche di trasformazione, evoluzione e crescita dell’individuo: attraverso un disegno, un colore si può contattare l’aggressività; con la musica si può facilitare l’espressione dei sentimenti e con la danzaterapia il corpo è libero di esprimersi con il proprio linguaggio, al di là delle convenzioni; mentre attraverso il teatro si ha la possibilità di impersonare ruoli nuovi e mettersi nei panni degli altri. I canoni di bellezza non esistono, ciò che conta è la comprensione, l’accettazione e la contemplazione di ciò che il paziente intende comunicare con la propria opera. I prodotti artistici non devono mai subire “interpretazioni”, il significato è sempre personale, privato, ego-centrato e va ricercato attraverso il colloquio, cosicché sia il paziente stesso ad individuare il giusto messaggio della propria creazione (Caputi, A. et al, 2011).

L’uso di trattamenti del tipo “Creative Art Therapy” (CAT- arti visive, musica, danza, teatro, scrittura) si estende oltre i “Severe Mental Illness” (SMI) o disturbi psichiatrici ed è stato dimostrato che riduce i sintomi specifici della malattia, migliorando la salute mentale, la soddisfazione per le cure e il benessere generale per i disturbi neurologici e legati all’età, come Parkinson e demenza, malattie autoimmuni, tumori, malattie cardiovascolari… (Archer et al., 2015; de Natale et al., 2017).

Il rapporto con i disturbi d’ansia

 

Sotto la categoria dei disturbi d’ansia, nell’ultima versione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5), sono raggruppati diversi disturbi, suddivisi in tre macro categorie: disturbo d’ansia, disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi correlati ad aventi traumatici e stressanti (DPTS).

L’ansia è uno stato caratterizzato da una sensazione di paura non connessa ad uno stimolo specifico e si manifesta con una iperattività del sistema nervoso autonomo. Le emozioni sperimentate nell’ansia includono paura, apprensione e preoccupazione e spesso sono accompagnate da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e nausea.

L’arte-terapia offre ai pazienti un modo per comunicare esperienze, sentimenti e bisogni difficili da trasmettere verbalmente (Bar-Sela, G. et al, 2007), come nel caso di disturbi d’ansia, in cui l’individuo spesso non riesce a decodificare e comprendere ciò che sta provando, sia emotivamente che fisicamente.

Un piccolo studio pilota (n=11) sui veterani militari con PTSD ha riportato che la terapia dell’arte visiva ha migliorato la capacità dei pazienti di accedere alle emozioni ed elaborare i ricordi traumatici (Campbell et al., 2016).

Un ulteriore studio su detenuti cinesi (n=200) ha rilevato che la musica di gruppo terapia aveva portato ad una diminuzione dei livelli di depressione e ansia, con un conseguente innalzamento dell’autostima (Chen et al., 2016b).

Un altro studio di musicoterapia per pazienti con diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo ha dimostrato che la musicoterapia era efficace nel ridurre sia i sintomi ossessivi che i sintomi secondari di tipo depressivo e ansioso (Shiranibidabadi e Mehryar, 2015). Allo stesso modo, un intervento di musicoterapia attiva per i veterani interessati con disturbo post traumatico da stress, ha dimostrato un miglioramento significativo dei sintomi specifici e di quelli di tipo depressivo nei partecipanti (Pezzin et al., 2018).

La danza terapia si differenzia dalle altre forme di arte-terapia per la sua maggiore capacità di creare connessioni mente-corpo e migliorare il fisico e la salute aerobica (Chen et al., 2016a; Levine e Land, 2016). Molti studi vedono associato all’uso della danza terapia un miglioramento del funzionamento sociale ed emotivo, con miglioramento dell’espressione di pensieri ed emozioni.

La scrittura creativa, invece, può fornire agli individui l’opportunità di espressione e rilascio emotivo (Hankir e Zaman, 2015), molto utile nei disturbi d’ansia in quanto il paziente impara a conoscersi, a classificare le proprie emozioni e i propri pensieri, così da riuscire ad esprimerli e controllarli, per evitare che questi producano stati di disagio.

L’Arte-terapia, quindi, lavora per aiutare i pazienti con diagnosi di malattia mentale per connettersi e comunicare con se stessi, i loro coetanei, i loro terapisti, e il mondo in modi nuovi ed efficienti (Stuckey e Nobel, 2010).

Sia le sessioni di terapia di gruppo che di tipo individuale sembrano entrambe in grado di ottenere risultati positivi. Le sessioni di gruppo consentono una maggiore interazione tra pari e sono indicate per avere maggiori benefici riguardanti il funzionamento sociale (come nel caso di fobie sociali, dove il paziente viene lentamente introdotto nei gruppi di lavoro per riequilibrare e affinare le capacità sociali); mentre le sessioni individuali consentono una maggiore adattabilità e personalizzazione delle attività (Hanevik et al., 2013), per quei pazienti più problematici o con problemi a relazionarsi con gli altri.

 

Giada Zambotto

Bibliografia

 

Archer, S., Buxton, S., Sheffield, D. (2015). The effect of creative psychological interventions on psychological outcomes for adult cancer patients: a systematic review of randomised controlled trials. Psychooncology 24 (1), 1–10;

 

Bar-Sela, G., Atid, L., Danos, S., Gabay, N., Epelbaum, R. (2007). Art therapy improved depression and influenced fatigue levels in cancer patients on chemotherapy. Psycho-oncology 2007;16(11):980–984. doi:10.1002/pon.1175;

 

Campbell, M., Decker, K.P., Kruk, K., Deaver, S.P. (2016). Art therapy and cognitive processing therapy for combat-related PTSD: a randomized controlled trial. Art. Ther. 33 (4), 169–177;

 

Caputi, A., Cotugno De Palma, M., Di Gennaro, F., Piarulli, S., Picone, F., Sisti, I., Tota, P. e Villanacci, R. (2011). L’Arteterapia: efficacia, efficienza e sostenibilità in Italia e all’estero. Programma Scienziati in Azienda – XII Edizione Stresa, 26 settembre 2011 – 27 luglio 2012, 1° Project Work;

 

Chen, M.D., Kuo, Y.H., Chang, Y.C., Hsu, S.T., Kuo, C.C., Chang, J.J. (2016a). Influences of aerobic dance on cognitive performance in adults with schizophrenia. Occup. Ther. Int. 23 (4), 346–356;

 

Chen, X.J., Hannibal, N., Gold, C. (2016b). Randomized trial of group music therapy with chinese prisoners: impact on anxiety, depression, and self-esteem. Int. J. Offender Ther. Comp. Criminol. 60 (9), 1064–1081;

 

de Natale, E.R., Paulus, K.S., Aiello, E., Sanna, B., Manca, A., Sotgiu, G., Leali, P.T., Deriu, F. (2017). Dance therapy improves motor and cognitive functions in patients with Parkinson’s disease. NeuroRehabilitation 40 (1), 141–144;

 

Hanevik, H., Hestad, K.A., Lien, L., Teglbjaerg, H.S., Danbolt, L.J. (2013). Expressive art therapy for psychosis: a multiple case study. Arts Psychother. 40 (3), 312–321;

 

Hankir, A., Zaman, R. (2015). ‘Craziness’ and creativity: psychopathology and Poetry. Psychiatr. Danub. 27 (Suppl 1), S151–S154;

 

Levine, B., Land, H.M. (2016). A meta-synthesis of qualitative findings about dance/ movement therapy for individuals with trauma. Qual. Health Res. 26 (3), 330–344;

 

Pezzin, L.E., Larson, E.R., Lorber, W., McGinley, E.L., Dillingham, T.R. (2018). Music-instruction intervention for treatment of post-traumatic stress disorder: a randomized pilot study. BMC Psychol. 6 (1), 60;

 

Potash, J.S., Ho, R.T., Chick, J.K., Au Yeung, F.S. (2013). Viewing and engaging in an art therapy exhibit by people living with mental illness: implications for empathy and social change. Public Health 127 (8), 735–744;

 

Shiranibidabadi, S., Mehryar, A. (2015). Music therapy as an adjunct to standard treatment for obsessive compulsive disorder and co-morbid anxiety and depression: a randomized clinical trial. J. Affect. Disord. 184, 13–17;

 

Stuckey, H.L., Nobel, J. (2010). The connection between art, healing, and public health: a review of current literature. Am. J. Public Health 100 (2), 254–263.

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