L’alimentazione nell’era dei social

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Quanto ci facciamo influenzare dai social media?

L’uso dei social media è sempre più diffuso, soprattutto tra gli adolescenti. Questi ultimi si trovano in un periodo cruciale della loro vita, in cui si stanno formando come persone e in cui l’influenza dell’ambiente è particolarmente significativa. È infatti anche attraverso i social che i giovani adulti ricercano la propria identità, anche per quanto riguarda il proprio aspetto fisico e dunque le proprie scelte alimentari. Il cibo, indispensabile per la nostra sopravvivenza, ricopre infatti una grande fetta della vita di ciascuno di noi e, per citare la scrittrice Virginia Woolf, “uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene”.

Si è notato come un maggior uso dei social media sia associato a una maggiore insoddisfazione nei confronti del proprio corpo e a più frequenti diete o abbuffate. Questi dati trovano una loro spiegazione: l’utilizzo dei social rende più esposti a foto in cui viene spesso promossa una bellezza ideale di un corpo magro e tonico. Confrontare il proprio aspetto fisico con quello visto sui social porta di frequente a una spinta alla magrezza e, in alcuni casi, anche a disordini alimentari. Infatti, selfie, immagini di modelli/e, di esercizio fisico e perdita di peso sono tra i post più popolari e il confine tra immagini per infondere ispirazione e immagini per millantare il proprio corpo è spesso labile.

Le immagini “fitspiration”, ovvero quelle che promuovono il mondo del fitness (esse mirano a ispirare comportamenti alimentari sani e a praticare esercizio fisico), spesso aumentano l’insoddisfazione corporea, e in vari studi si è notato come i giovani adulti che utilizzano molto Instagram o Facebook abbiano un indice di massa corporea (Body Index) inferiore rispetto agli altri. Infatti, un altro contenuto utilizzato con il fine di motivare le persone è quello del “prima e dopo”. Attraverso questa strategia, le persone raccontano come abbiano trasformato il proprio corpo, da un’iniziale condizione di disagio (solitamente si tratta di un corpo in sovrappeso o esageratamente magro) al raggiungimento della forma fisica perfetta.

Qual è il ruolo degli influencer?

Una delle cose che attualmente va più di moda nel mondo è fotografare i piatti di cibo prima di mangiare, per poi postarli sui propri social network. Questa tendenza viene definita “food porn”, a indicare la capacità dell’oggetto in questione (in questo caso il cibo) di catturare l’attenzione del pubblico. Si è stimato che circa il 70% degli italiani fotografa il piatto prima di assaporarlo, e questo dato porta a credere che il piacere di mostrare ciò che si sta per mangiare superi quello determinato dall’assaggio. Come generalmente le persone tendono a mostrare sui social i loro lati migliori, così accade anche per quanto riguarda la condivisione dei cibi online: ora si tende a postare fotografie di cibi sani, piuttosto che di cibo spazzatura (junk food). Questo aspetto potrebbe incoraggiare gli utenti a praticare scelte alimentari migliori, dal momento che vedere determinate foto di cibi sui social influenza le decisioni delle persone.

Pensiamo ad un adolescente che segue sui social media il proprio attore o sportivo preferito. Nel momento in cui quest’ultimo dovesse postare sul proprio profilo la foto di ciò che mangia, il giovane adulto sarà portato nella maggior parte dei casi ad imitarlo. Si parla di “influencer”, cioè di persone famose che, grazie alla loro celebrità, sono in grado di influenzare i propri “follower”, nel bene o nel male. Infatti, l’influencer può proporre un’alimentazione sana, come anche delle scelte alimentari non salutari: l’adolescente si potrebbe far influenzare in entrambi i casi, e questi sono i due lati della stessa medaglia. L’effetto emulativo, ovviamente, non si limita solo alla sfera alimentare, ma può riguardare qualsiasi aspetto della quotidianità di una persona.

Il cibo, elemento abituale e sempre presente nella vita di tutti, è uno degli ambiti in cui l’azione del marketing tramite gli influencer sui social è molto efficace. L’attenzione al settore enogastronomico è infatti sempre più in crescita e ogni anno i contenuti sul cibo creano milioni e milioni di visualizzazioni, aumentando di anno in anno. Per questo i “food blogger”, influencer che pubblicano le proprie ricette o recensiscono ristoranti e cuochi, sono diventati una potenza virale. Le persone sono infatti spesso alla ricerca di nuovi sapori, e vogliono sperimentare nuovi piatti, da poter condividere con familiari e amici. È così che i siti che condividono ricette per tutti, facili e veloci da realizzare, come quelli di GialloZafferano.it, Mysia.info, cucchiaio.it, ricettedellanonna.net, stanno riscuotendo un grandissimo successo. Allo stesso modo, anche alcuni profili privati di food blogger stanno spopolando: Benedetta Rossi (fattoincasadabenedetta), Carlotta Perego (cucinabotanica) e Andrea Marsicano (cucinandomelagodo) sono tre tra i profili più seguiti su Instagram.

Quali sono i pro e i contro dei social nelle scelte alimentari?

Molte organizzazioni sanitarie hanno cercato di sfruttare i social per promuovere scelte alimentari sane. La questione non è però semplice: le campagne di marketing di varie industrie alimentari sfruttano la vulnerabilità dei giovani, cercando di vendere un’illusione di salute e bellezza.

Le organizzazioni sanitarie che fanno uso dei social media per promuovere comportamenti alimentari sani devono essere consapevoli del contenuto delle immagini, per evitare di creare involontariamente ulteriore insoddisfazione corporea tra i giovani.

Ad ogni modo, alcune piattaforme di social media (come, ad esempio, Facebook o Youtube) e le app di intervento nutrizionale di gioco mobile (come Food Hero) possono anche aumentare la consapevolezza e la conoscenza degli adolescenti e influenzare le loro convinzioni circa l’alimentazione, motivando ad atteggiamenti più positivi. Inoltre, i forum online possono fungere da canali per la prevenzione delle ricadute dei disturbi alimentari tra i giovani. Tuttavia, alcuni blog promuovono comportamenti alimentari disfunzionali, sostenendo disturbi come l’anoressia o la bulimia. È importante quindi saper distinguere i contenuti tossici da quelli che invece hanno un potenziale positivo.

Ciò che si sceglie di mangiare dipende dunque da vari fattori: l’idea che ognuno ha del proprio corpo, le interazioni sociali, le influenze sui social media, la possibilità di cucinare alcuni cibi piuttosto che altri, e molto altro ancora. Le scelte alimentari di ciascuno di noi sono molto incisive, tanto che Anthelme Brillat-Savarin affermò: “Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei”.

Elena Baldo

 

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