Alimentazione e nutrizione sono la stessa cosa?

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Nell’ultimo decennio, il tema “cibo” è stato oggetto di attenzione da parte dei media tanto da diventare il protagonista di tanti e famosi programmi televisivi e profili Instagram che si occupano di cucina.

Tuttavia, ha conquistato sempre maggior terreno anche il dialogo mediatico riguardo a un’altra faccia della stessa medaglia dell’alimentazione, ovvero la nutrizione. Questo ha portato, senz’altro, ad una maggiore consapevolezza e conoscenza non solo dei principi nutritivi degli alimenti, ma anche di problematiche come l’obesità e il sovrappeso, purtroppo in crescita nelle popolazioni di tutte le età. Ciò nonostante, se si provasse a chiedere ad una classe di una scuola elementare se abbiano mai sentito parlare di fermenti lattici, omega 3 o vitamine, in molti risponderebbero positivamente magari recitando anche alcuni jingle pubblicitari.

Allora, viene spontaneo chiedersi come sia possibile che da un lato la consapevolezza intorno a tutto ciò che concerne il cibo aumenti, ma dall’altro aumentino anche le patologie relate allo stile di vita. La risposta potrebbe risiedere nel fatto che nonostante ormai la discussione su cibo e nutrizione sia alla portata di tutti, non si può dire lo stesso del tema “alimentazione”.

 

Alimentazione e nutrizione: due facce della stessa medaglia

Alimentazione e nutrizione, seppur spesso sovrapposte, non sono propriamente la stessa cosa.

Con il termine nutrizione si fa riferimento a tutto l’insieme di quei processi più propriamente biologici e fisiologici che consentono lo sviluppo ed il mantenimento delle funzioni dell’organismo. Nello specifico, possiamo dire che la parola nutrizione circoscrive il come i nutrienti, dopo essere stati introdotti nell’organismo con il cibo, vengono utilizzati dal nostro corpo.

Per quanto riguarda l’alimentazione, invece, è un concetto molto più ampio ed articolato in quanto non può prescindere dalle differenze individuali nel rapporto e nel comportamento nei confronti del cibo. Spesso, si cade nell’errore di pensare che si mangi solo quando si ha fame e ci si fermi quando si raggiunge la sazietà, oppure che basti conoscere il numero di calorie e nutrienti per scegliere cosa mangiare. A dire il vero, non è proprio così. Ad esserne consapevoli sono soprattutto quelle persone che vogliono o devono seguire una dieta precisa, non solo per perdere peso, ma anche per altre problematiche o patologie quali, ad esempio, allergie e diabete, e che non ci riescono per le difficoltà che incontrano nel cambiare le proprie abitudini e quindi la loro alimentazione.

Infatti, quante volte succede di associare il cibo a momenti di festeggiamento, di pausa o semplicemente di socializzazione in famiglia e fra amici? Il cibo gioca un ruolo fondamentale nella nostra vita e nella nostra esistenza tanto che, sovente, lo si utilizza anche quasi come una medicina in grado di mitigare le emozioni o come uno strumento per placare o gestire lo stress. Di frequente accade che si mangi non per fame bensì, ad esempio, per abitudine o per noia.

Quindi, possiamo dire che sebbene il rapporto con il cibo dal punto di vista nutrizionale preveda un comportamento praticamente automatico e difficilmente modificabile, invece l’alimentazione e il comportamento alimentare, osservato da un punto di vista più prettamente psicologico, sono modificabili in quanto acquisiti e relativi a diversi aspetti come le abitudini familiari, la fascia d’età di appartenenza e la cultura del luogo in cui si vive.

 

L’alimentazione nei primi giorni di vita

Sicuramente, per un bambino appena nato è fondamentale l’aspetto della sopravvivenza tramite l’assunzione di nutrienti ma, allo stesso modo, è importante e necessaria l’alimentazione intesa nella sua totalità e complessità.

Nel momento in cui il neonato inizia ad avvertire una sensazione di fame, è predisposto a sperimentare una relazione amorevole con la madre che provvede al soddisfacimento del suo bisogno. Il ritmo e la qualità delle risposte materne alle richieste dell’infante creano un sistema di aspettative generalizzate che gli consente di iniziare a costruire il suo “Sé individuale”.
Inoltre, alcuni studi condotti sulle interazioni precoci tra madre e bambino hanno concluso che lo sviluppo cognitivo del bambino prevede uno spostamento da: una fase iniziale di regolazione fisiologica a una fase di etero regolazione e auto regolazione, in cui il bambino sperimenta e acquisisce la capacità di prendere parte attiva alle interazioni. Infatti, in condizioni ottimali, lo scambio alimentare è un momento privilegiato in cui la madre aiuta il figlio a comprendere la differenza tra i propri stati interni e i bisogni imposti dall’esterno.
Il piccolo inizia a distinguere gradualmente la propria percezione di fame rispetto alle richieste e ai ritmi materni. Una madre sensibile permetterà, quindi, al bambino di sperimentare la propria individualità sia nei primi mesi di vita sia nel passaggio all’alimentazione autonoma. Durante lo svezzamento, la madre, assecondando e rispettando le esigenze del bambino, facilita l’emergere di una precoce funzione rappresentativa: il bambino inizia così a comprendere il proprio e altrui stati mentali, come dotati di una intenzionalità autonoma.
Questo passaggio fondamentale e necessario può esser ostacolato da una madre che presenta disturbi psicopatologici come depressione o disturbi alimentari. Ad esempio, una madre affetta da depressione assume un’espressione del volto immobile e indifferente durante le interazioni che avvengono durante il pasto, dimostrando scarsa responsività ai segnali del bambino. Pertanto, non è in grado di aspettare il proprio turno nell’interazione con il bambino e non riesce a stabilire un ritmo condiviso andando così ad influire negativamente sullo sviluppo del bambino stesso.

In conclusione…

Per concludere, quindi, l’alimentazione è sicuramente un concetto molto complesso in quanto ampio. Una “sana” alimentazione prevede, fin dalle primissime fasi dello sviluppo, una serie di importantissime interazioni affettive con l’altro. Per questo motivo possiamo dire che sicuramente la conoscenza approfondita dei nutrienti contenuti in un pasto (grassi, proteine, zuccheri e carboidrati) può essere d’aiuto per la costruzione di un rapporto sano col cibo, tuttavia non è da considerarsi sufficiente.

È molto importante, quindi, avere una visione del cibo che comprenda sia il nutrimento calorico finalizzato alla sopravvivenza che la dimensione della piacevolezza, della cultura, delle emozioni e della socializzazione.

Francesca Diquattro

Bibliografia

Tambelli, R. (2017). Manuale di psicopatologia dello Sviluppo. Il Mulino.

Alimentazione e nutrizione, sono la stessa cosa? (2021, January 20). Slow Food TAAS. Retrieved October 20, 2022, from https://www.slowfoodtrentinoaltoadige.com/post/alimentazione-e-nutrizione-sono-la-stessa-cosa

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