Corsi di Public Speaking

Una bella voce è importante nelle interazioni sociali, quante volte ci è capitato di pensare “quella persona ha una voce così fastidiosa, eppure sta parlando di cose interessanti ma non riesco a seguirla”? Peggio ancora se siamo noi a dover parlare davanti ad un gruppo di persone e sentiamo che la nostra voce inizia a tremare, ciò ci farà divenire ancora più impacciati! La maggior parte dei corsi di public speaking considera soprattutto l’aspetto verbale o l’uso dell’intonazione vocale come strumento di persuasione, ma ci sono molti altri aspetti da considerare, ad esempio quanto è importante usar bene la voce senza rischiare di farsi male (ad esempio sviluppando noduli o polipi alle corde vocali)? Quanto è importante farsi capire articolando bene le parole e pronunciando correttamente la lingua italiana?

Destinatari

Questo percorso è destinato a tutti coloro che si trovano a dover parlare con un pubblico più o meno ampio, dai formatori (insegnanti, medici e professionisti socio-sanitari che debbano svolgere docenze, motivatori, politici, presentatori televisivi, ecc.) ai venditori porta a porta. Il corso è indirizzato a chiunque sia interessato a prevenire le disfonie e a migliorare l’uso della fonazione.

Obiettivi del corso

  • Gestire l’ansia da prestazione e la fobia del pubblico.
  • Saper usare bene la voce, avere una buona dizione e prevenire lo sviluppo delle disfonie
  • Attirare l’attenzione dei propri interlocutori e creare coinvolgimento.

In particolare, saranno trattate le seguenti tematiche:

  • La fonetica: è una scienza del linguaggio che studia la voce (dal greco phoné, ovvero “voce, suono”), e che parte dalla considerazione che il processo comunicativo è suddiviso in tre fasi distinte: la progettazione mentale, l’emissione sonora del messaggio, la ricezione e la comprensione dello stesso da parte dell’interlocutore; si evince che si tratta di un processo complesso che deve considerare anche le componenti neurali e anatomo-fisiologiche sia della produzione fonetica che della ricezione uditiva del messaggio.

La fonetica si può a sua volta suddividere in

  1. Fonetica articolatoria: si occupa di definire l’anatomo-fisiologia dell’apparato fonatorio e di individuare dei criteri per classificare i foni.
  2. Fonetica acustica: branca della fisica classica che studia la consistenza fisica e la propagazione dei suoni nell’aria.
  3. Fonetica uditiva e percettiva: si occupa di definire l’anatomo-fisiologia dell’apparato uditivo e i processi mentali che si occupano di categorizzare i suoni.
  • La dizione espressiva è la lettura o la recitazione conforme alle esigenze del testo o della recitazione, anche se generalmente con il termine dizione si fa riferimento anche all’ortoepia, ovvero alla corretta pronuncia dei suoni di una lingua, cosa che non deve essere affatto data per scontata, in quanto a causa delle inflessioni dialettali e del fatto che non sia una materia promossa di prassi nelle scuole, non è un atto naturale. Pertanto, la corretta dizione è un’arte che può essere appresa con l’esercizio.
  • Usare una voce eufonica. La disfonia è un’alterazione della voce parlata in intensità e/o qualità conseguente a modifiche strutturali o funzionali negli organi dell’apparato pneumofonoarticolatorio o nel coordinamento tra gli stessi, ovvero deriva da strutture o funzioni difettose in qualche punto del tratto vocale, nei processi di respirazione, di fonazione o risonanza. Un uso scorretto della voce può anche essere determinato da rabbia (urla continue e scarso controllo vocale), ansia (costrizione delle false corde e tremore), debolezza (voce con aria che provoca secchezza alle corde vocali) o altri tratti di personalità. Pertanto, un corso di public speaking non può fare a meno di dare informazioni di base sull’anatomo-fisiologia dell’emissione vocale, con esercitazioni pratiche su tutti gli organi coinvolti nella fonazione e su tecniche di riscaldamento e raffreddamento da svolgere prima e dopo la performance.
  • Tramettere emotività: la voce è in grado di veicolare le emozioni mediante specifici parametri acustici quali il volume, il tono e il ritmo. La frequenza fondamentale (F0) è ciò che viene comunemente chiamato tono di voce e si misura in hertz; essa è il prodotto della vibrazione delle corde vocali, della velocità a cui vibrano e della loro tensione: più sono tese, più vibrano velocemente (a maggiore frequenza), viceversa a minor tensione e a più bassa frequenza vibratoria corrisponde un tono più basso. Il ritmo si riferisce alla velocità dell’eloquio, alle pause e agli accenti. L’intensità si riferisce al volume dell’emissione sonora: esso si misura in decibel ed è il risultato della combinazione della pressione espiratoria e della vibrazione delle corde vocali (accordo pneumofonico) pertanto è necessario saper modulare tutti questi parametri per tramettere emotività nel discorso e coinvolgere gli ascoltatori. Varie ricerche hanno dimostrato che la voce nelle emozioni di base (rabbia, gioia, tristezza, paura, sorpresa) presenti variazioni precise in tutti questi parametri.
  • E’, inoltre necessario possedere alcune Capacità per esprimersi davanti ad un pubblico, tra le quali
  1. Mostrarsi: è una capacità fondamentale per chi deve parlare in pubblico, dove il sentirsi bene nel farsi vedere e ascoltare dagli altri, aprirsi e mostrarsi non devono essere confusi con l’esibizionismo che è il bisogno di essere sempre al centro dell’attenzione e piacere agli altri a tutti i costi. Il sentirsi bene mentre si espone davanti ad un pubblico più o meno numeroso, o mentre ci si esibisce come cantanti e attori è un presupposto fondamentale per non farsi intrappolare dalla paura del palcoscenico e dall’ansia da prestazione. Un po’ di vergogna è normale nelle situazioni nuove in cui non si sa se gli altri ci apprezzeranno, ma quando diventa bloccante può impedire di vivere una vita piena e significativa e costringerci a rinunciare a cose importanti.
  2. Vitalità. Per convincere l’altro e tenerlo concentrato su ciò che stiamo dicendo è importante dare colore ed energia alla nostra vocalità: un tono di voce piatto e senza modulazione di tono indurrà l’ascoltatore alla noia e alla distrazione. Giocare con la voce aiuta a contattare gli altri e ad affinare la capacità di espressione ed esibizione.
  3. Sicurezza e assertività, intese come capacità di sentire di avere ragione e farsi ascoltare. Questa capacità è necessaria per convincere l’altro della veridicità di ciò che stiamo dicendo, si esprime anche attraverso il tono di voce calmo e deciso, con un volume moderato in quanto troppo basso trasmette dubbio, troppo alto può sembrare aggressivo e allontana l’interlocutore.
  4. Calma. Essa non si esprime con un tono di voce piatto ma si tratta di una voce piena, non troppo veloce, con parole ben articolate e pause espressive. Una voce che manca di prosodia e intonazione vocale, ovvero di espressività emotiva, viene percepita come quella di un individuo che non prova interesse nei nostri confronti e suscita noia e mancanza di attenzione (Porges, 2014). Questo avviene fin dalla nostra nascita: l’ascolto di voci e la prosodia della madre o di un caregiver protettivo ripristinano la calma in un neonato, mentre le vocalizzazioni di uno sconosciuto inibiscono il freno del vago e sollecitano l’uso di meccanismi difensivi.

Tutti questi strumenti facilitano la comunicazione efficace, ovvero la capacità di esprimersi in ogni situazione con qualunque interlocutore sia a livello verbale che non verbale (espressioni facciali, voce e postura), in modo chiaro e coerente con il proprio stato d’animo.

In questo corso di public speaking ci occuperemo solo dell’aspetto vocale senza focalizzarci sul contenuto del discorso, pur riconoscendone l’importanza.

Nella pratica verranno svolte le seguenti esercitazioni

  1. Tecniche esperienziali di Assertività, Sicurezza e Vitalità
  2. Ginnastica respiratoria.
  3. Riscaldamento e raffreddamento vocale.
  4. Esplorazione timbrica.
  5. Lettura espressiva.
  6. Pratica di dizione base.
  7. Stretching degli organi articolatori.
  8. Esercitazioni sui parametri del suono (volume, altezza, durata).

Il percorso individuale avrà una durata variabile in base alle conoscenze già possedute, sarà pertanto necessario un colloquio iniziale per valutare gli argomenti da trattare e il numero degli incontri.

Per info f.galvani@psicoterapiafunzionale.it

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