La voce e il canto: due veicoli delle emozioni

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In fondo mi chiedo se il vero movimento del mondo non sia proprio il canto.
(Muriel Barbery)

La voce umana è uno dei principali veicoli della comunicazione sociale e affettiva. Dalle prime fasi dello sviluppo, i neonati rispondono alle espressioni vocali dalle loro madri (Fernald, 199; Fernald e Morikawa, 1993), ma la vocalità rimane un canale primario di espressione delle emozioni durante tutta la crescita (Shackman e Pollak, 2005) e per tutta la nostra esistenza. Tutte le voci umane condividono un’organizzazione di base simile ma piccole variazioni dei parametri determinano l’unicità della voce, quella che possiamo chiamare “la firma vocale” di un individuo.  Tuttavia se il riconoscimento automatico delle emozioni dalla voce e dal discorso parlato è stato un tema di ricerca per oltre un decennio,  il riconoscimento delle emozioni della voce cantata è stato trascurato. Pare evidente però che il canto possa funzionare come un mezzo estremamente efficace a suscitare emozioni.

Anatomo-fisiologia della voce

Per meglio comprenderne i processi è necessario partire dal come si costituisce la voce nelle sue componenti anatomo-fisiologiche, caratteristiche di base che accomunano la voce parlata e quella cantata. Pensandola metaforicamente come un’automobile, essa è costituita da un motore, ovvero la respirazione. In questo motore sono coinvolti il muscolo del diaframma, i muscoli intercostali, i muscoli elevatori del torace, i muscoli spinali e i muscoli addominali. In secondo luogo, la sorgente del suono, quella che per l’auto è il pedale dell’accelerazione, comprende le corde vocali: queste sono due lembi tendinei che vibrano con il passaggio dell’aria e producono il suono, collocate nella laringe, una complessa struttura situata a livello del collo, costituita da un insieme di cartilagini. Le corde vocali vengono tese nei movimenti di abduzione e adduzione da muscoli intrinseci controllati anche da branche del nervo vago (detto anche pneumogastrico). Infine, vi è il filtro del suono, ovvero il volante della nostra automobile, che è costituito dal tratto vocale sopra la laringe, i muscoli articolatori e altre componenti fisse; quelle mobili possono essere controllate in ampiezza e posizione e che costituiscono la cassa di risonanza. Tra i risuonatori fissi sono comprese le ossa mascellari delle fosse nasali, il palato duro e i denti. I risuonatori mobili invece sono le pareti faringee, lo sfintere ariepiglottico, le guance, la mandibola, il velo palatino, le  labbra e la lingua. Il velo palatino può permettere il passaggio del suono anche nelle cavità nasali, e le fosse nasali filtrano le altre frequenze rendendo alcuni suoni nasali e nasalizzati (es. le “m” e le “n”).

Come le emozioni vengono espresse tramite la voce

L’emozione  è  un episodio di disorganizzazione del normale funzionamento integrato dell’individuo, suscitato da uno stimolo emotigeno, che si accompagna a modificazioni fisiologiche e comportamentali. L’attivazione fisiologica (arousal) comprende un’attivazione del sistema nervoso autonomo, simpatico e parasimpatico. Effetti prodotti da questi ultimi sui cambiamenti nella respirazione, per esempio, sono in grado di produrre cambiamenti al processo di vocalizzazione, inoltre effetti dell’eccitazione emotiva sono mediati dal sistema limbico e possono produrre modifiche prosodiche. Per quanto riguarda l’espressione facciale, gli scienziati comportamentali e sociali hanno fatto molti progressi nel raccogliere prove sulla continuità filogenetica, l’universalità tra culture e la manifestazione delle emozioni nelle espressioni facciali (Ekman, 1973). Anche se meno frequentemente studiata rispetto all’espressione facciale, anche la comunicazione vocale delle emozioni è stata oggetto di esame nelle scienze biologiche e psicologiche. La voce è in grado di veicolare le emozioni tramite specifici parametri acustici quali il volume, il tono, e il ritmo. La frequenza fondamentale (F0) è ciò che viene comunemente chiamato tono di voce prevalente di un individuo e si misura in hertz; essa è il prodotto della vibrazione delle corde vocali, della velocità a cui vibrano e della loro tensione. Più le corde vocali sono tese, più vibrano velocemente (a maggiore frequenza) e più il tono è acuto, viceversa a minor tensione e a più bassa frequenza vibratoria corrisponde un tono più basso. Il ritmo si riferisce alla velocità dell’eloquio, alle pause e agli accenti. L’intensità si riferisce al volume dell’emissione sonora: esso si misura in decibel ed è il risultato della combinazione della pressione espiratoria, della vibrazione delle corde vocali e delle modifiche della cassa di risonanza. Anche solo ascoltando la voce di qualcuno riusciamo a percepire se non è al pieno delle sue energie (riconosciamo da una voce nasalizzata ad esempio se è raffreddato) e prestando attenzione alle caratteristiche della voce possiamo anche capireil suo stato emotivo del momento.

Riconoscere un’emozione dalla voce

Nel filone di studi sulle emozioni dedicato al riconoscimento (decoding) delle stesse a partire dalla voce, si è osservato come in generale,  rabbia e tristezza sono meglio riconosciute, seguite da paura e  gioia (Scherer et all, 1991). La rabbia attraverso la voce può essere riconosciuta da una frequenza di base elevata, un alto volume con variabilit, un ritmo elevato di eloquio e quasi assenza di pause (Bein, et al., 1973; Bortz, 1966; Davitz, 1964; Fairbanks et al., 1939; Fairbanks et al., 1941; Fonagy, 1978; Fussi et al., 2003; Kotlyar et al., 1976; Stevens et al., 1972; Van Bezooyen, 1984). Similmente alla rabbia, la paura si percepisce da una frequenza elevata ma più alta della rabbia (situata mediamente sui 278 hertz) con perturbazioni, un elevato volume, una elevata velocità di articolazione e  respirazione veloce (Duncan, Jack e Laver, 1983; Fonagy, 1978; Kotlyar et al., 1976; Lester & Roessler, 1976; Stevens et al., 1972). La gioia si manifesta con una voce acuta e si può riconoscere un profilo intonativo crescente ritmo abbastanza veloce, volume alto che cala nella parte finale della parola o del discorso (Davitz, 1964; Fonagy, 1978; Huttar, 1968; Kotlyar & Morozov, 1976; Van Bezooyen, 1984). La tristezza, invece, per il suo abbassamento dell’arousal, si manifesta attraverso volume basso con energia e frequenze deboli, e molte pause (Huttar, 1968; Kaiser, 1962; Sedlacek & Sychra, 1963; Stevens & Williams, 1972; Van Bezooyen, 1984). Non a caso quando ci accorgiamo che una persona ci sembra triste diciamo che è “giù di tono”.

 

Le qualità vocali nel canto

Per molto tempo il canto è stato insegnato per imitazione, sfruttando le buone doti del cantante che si limitava a copiare i suoni proposti dal maestro. C’è stato poi chi non si è accontentato di questo approccio, ma ha voluto andare più in profondità attraverso ricerche scientifiche. Il metodo Estill Voicecraft è un metodo scientifico che mira alla conoscenza dell’anatomo-fisiologia vocale, all’autopercezione e al controllo volontario di tutti i muscoli coinvolti nell’emissione vocale. La sua ideatrice, Joe Estill, fu una cantante californiana, specialista di canto e ricercatrice vocale: con l’intento di decostruire il processo di produzione vocale, si sottopose a misurazioni obiettive mentre cantava, in modo da comprendere cosa succedeva e quali strutture anatomiche fossero coinvolte nella produzione del suono e nella voce cantata. Iniziò così una serie di studi scientifici che dopo circa un ventennio ha potuto sintetizzare nel metodo “VoiceCraft” oggi EVT – Estill Voice Training, con le sue “12 figure” e 6 “qualità” Il Metodo Estill Voicecraft propone una serie di esercizi (Figure obbligatorie) atti a controllare singole strutture dell’apparato vocale. Si tratta di apprendere il movimento di specifiche strutture motorie del meccanismo vocale in modo il più indipendente possibile. Le modifiche a queste strutture possono essere considerate gli ingredienti che poi, mescolati insieme come in una vera e propria ricetta, possono creare le Qualità vocali. Le figure comprendono ad esempio il controllo delle corde vocali  in vari livelli di tensione(lasse, spesse, sottili, rigide), l’abbassamento o  nnalzamendo del  velo palatino, oppure lo spostamento della lingua in 4 posizioni, ecc. Ad un secondo livello si apprende come le combinazioni delle variazioni delle figure obbligatorie possano dar vita a sei diverse Qualità Vocali: Speech, Sob/Cry, Falsetto, Twang, Opera e Belting (2003).

Percepire le emozioni attraverso la voce cantata

L’atto del cantare è espressione vocale della musica e implica dunque un uso più articolato e controllato della voce nelle sue componenti. Il fatto che le emozioni siano visibili nelle proprietà acustiche della voce è stato frequentemente riconosciuto, ma d’altra parte il tema del riconoscimento delle emozioni nella voce che canta, ha guadagnato poca attenzione. Poche o nessuna ricerca ha avuto come focus le emozioni dal canto sugli uditori. Alcuni autori suggeriscono che l’espressione delle emozioni nel parlare e nella voce cantata siano correlate (Scherer, Sundberg, Tamarit, Salomão, 2013). Da una ricerca che aveva l’obiettivo di confrontare l’espressione acustica delle emozioni nel parlato e nel cantato, coinvolgendo cantanti d’opera e attori, è emerso che i cantanti facciano più uso generale di un tipo specifico di irregolarità fonatoria sotto forma di vibrato, forse a causa del significato classico di questo parametro nel dominio del canto operistico. (Scherer, Trznadel, Fantini & Sundberg, 2017) . La differenza è risultata particolarmente pronunciata nel caso della rabbia: mentre i cantanti usavano un vibrato forte per emozioni forti, inclusa la rabbia, gli attori la esprimevano generalmente con una fonazione ferma e regolare. Alcuni attori tendono a mostrare perturbazioni nella tristezza (forse tremore), mentre questo è raramente il caso dei cantanti. Un fattore importante coinvolto in questa dimensione può essere che i cantanti, dati i vincoli della struttura musicale e della composizione, hanno meno parametri acustici con cui lavorare e quindi privilegiano il vibrato come meccanismo di scelta. In un’altra ricerca si è visto che ci sono differenze statisticamente significative nel riconoscimento delle emozioni tra gli stili di canto classico e nella musica commerciale contemporanea (Hakanpää, Waaramaa & Laukkanen, 2019). La percentuale di riconoscimento per la tecnica di cantocontemporaneo era maggiore (34,5%) rispetto alla tecnica in stile classico (24,5%). Un tono più alto era più probabile che fosse percepito come gioia o rabbia e un tono più basso come dolore.

È stata svolta un’indagine preliminare con l’intento di colmare la lacuna nella letteratura sul tema del riconoscimento delle emozioni dalla voce cantata.

Francesca Galvani, Luca Rizzi, Beatrice Dearca, Anita Facchi

Bibliografia

Galvani, F. (2019). Psicologia della Voce e del Canto: Dalle neuroscienze alle applicazioni cliniche.

Hakanpää, T., Waaramaa, T., & Laukkanen, A. M. (2019). Emotion recognition from singing voices using contemporary commercial music and classical styles. Journal of Voice33(4), 501-509.

Scherer, K. R., Sundberg, J., Tamarit, L., & Salomão, G. L. (2015). Comparing the acoustic expression of emotion in the speaking and the singing voice. Computer Speech & Language29(1), 218-235.

Scherer, K. R., Trznadel, S., Fantini, B., & Sundberg, J. (2017). Recognizing emotions in the singing voice. Psychomusicology: Music, Mind, and Brain, 27(4), 244–255. https://doi.org/10.1037/pmu0000193

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