Perché in epoca Covid gli operatori sanitari provano ansia?

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Nel periodo di pandemia Covid 19 gli effetti sulla salute mentale hanno riguardato in particolare il gruppo degli operatori sanitari. Perché?  Gli operatori sanitari rappresentano una categoria particolarmente vulnerabile alle conseguenze negative dello stress, tra le quali l’ansia.

L’ansia come strain emotivo può avere ricadute sul piano della salute e del benessere dell’operatore sanitario. La significativa e costante relazione interpersonale con l’utenza, caratteristica intrinseca del loro lavoro, è ciò che espone gli operatori sanitari allo stress.

Le continue richieste dell’utenza possono rappresentare una fonte di stress ambientale che incentiva l’insorgenza di malessere psicofisico (ansia, depressione, burnout). L’operatore sanitario esposto ad un carico eccessivo di lavoro e con scarse risorse personali e/o ambientali può sperimentare stati di ansia crescente.

In epoca covid i lavoratori sono stati chiamati a gestire nuovi vissuti come la paura del contagio, la perdita del lavoro, il senso di responsabilità. A questi si sono poi aggiunti la pandemic fatigue, orari e ritmi di lavoro gravosi, associati spesso alle carenti risorse personali.

È bene non dimenticare che dietro coloro che sono stati definiti dalla stampa eroi in prima linea ci sono persone che hanno scelto come lavoro una professione d’aiuto.  Per tale ragione, l’adozione di noti protocolli Covid non è sufficiente.

È necessario dunque adottare misure preventive e di intervento immediato per promuovere il benessere del lavoratore. Quanto più tali misure saranno integrate all’interno dei vertici di gestione preposti alla sicurezza, tanto più potranno essere efficaci e prevenire il rischio da strain psicofisico, ansia e burnout.

“Health Care Workers”: ansia e pandemia

La pressione nei confronti del personale sanitario è legata alle caratteristiche dell’epidemia: insorgenza improvvisa e immediatamente pericolosa per la vita.

Non stupisce dunque l’insorgenza di stati di ansia crescente nel personale a contatto con i pazienti affetti da sindromi respiratorie gravi.

Una metanalisi di 13 studi trasversali effettuata da Pappa e colleghi (2020) ha rilevato che un’elevata percentuale di operatori sanitari durante la pandemia abbia sperimentato livelli significativi di ansia correlati a stati depressivi e insonnia

In uno studio effettuato da Maunder e colleghi (2004) l’angoscia nella risposta all’epidemia di SARS risultava maggiore negli infermieri e nel personale sanitario che si prendeva cura dei pazienti con SARS.

Lo stress da lavoro, l’isolamento sociale e la paura per la propria salute mediano la relazione di questi gruppi con il punteggio della Impact of Event Scale. Queste variabili mediatrici potranno servire alla prevenzione dello stress nella gestione di situazioni pandemiche in futuro.

In particolare, nel contesto sanitario è stato rilevato l’aumento del carico di lavoro e la necessità di prendere decisioni eticamente difficili sul razionamento delle cure sul personale ospedaliero.

È così che gli “health care workers” diventano vulnerabili ai problemi di salute mentale, tra cui paura, ansia, depressione e insonnia.

In questo scenario, la prevenzione rivolta al benessere individuale per tutelare la salute del lavoratore risulta fondamentale. Perché?

I cambiamenti nelle modalità di lavoro avvenuti nel periodo della pandemia possono avere un impatto sulla resilienza psicologica degli operatori sanitari, ossia sulla loro capacità di fronteggiare in modo positivo i cambiamenti.

Va ricordato che quest’ultima può essere ulteriormente compromessa dall’isolamento e dalla perdita di supporto sociale e dal rischio di contagio.

È utile allora parlare di come sia fondamentale prevenire l’ansia nei contesti lavorativi attraverso misure efficaci e personalizzate.

Come prevenire l’ansia sul lavoro?

Gli operatori sanitari si sono trovati a fare i conti con un nemico invisibile senza regole normative e confini di responsabilità per gestirlo. L’ansia deriva così dalla percepita scarsa familiarità e incontrollabilità dei rischi coinvolti.

Ecco alcuni suggerimenti per prevenire l’insorgenza di stati di ansia crescente nell’operatore sanitario:

  • Promuovere sistematici momenti di informazione e formazione sulla gestione dei pazienti COVID-19, così da far sperimentare ai lavoratori un controllo della situazione;
  • Fornire informazioni chiare rispetto alle regole di gestione dei dispositivi di sicurezza;
  • Attivare un servizio di sportello di ascolto che permetta ai lavoratori di esprimere le proprie preoccupazioni, sollevare quesiti e dubbi sui rischi per la salute di loro stessi e per i loro colleghi. Secondo uno studio di Dai e colleghi (2020) tra le preoccupazioni principali degli HCW si riscontra la preoccupazione per l’infezione di colleghi (72,5%).
  • Fornire supporto sociale come cuscinetto per lo stress. Il supporto sociale correla positivamente con il senso di autoefficacia e negativamente con l’ansia.
  • Promozione di uno stile di leadership assertivo: le persone assertive sanno come ridurre i livelli di ansia, riconoscendo l’importanza dei propri e altrui diritti: leader
  • Individuare nei processi di lavoro potenziali rischi come la presenza di carichi onerosi di natura fisica ed emotiva.
  • Formazione specialistica sulla gestione dei pazienti COVID-19 potrebbe ridurre l’ansia proveniente dalla percepita scarsa familiarità e incontrollabilità dei rischi coinvolti.
  • Aumentare la consapevolezza e la comprensione degli effetti dell’ansia, delle sue possibili cause, di come affrontarla o di come adattarsi al cambiamento.

Ansia anticipatoria e Covid19

 

Con ansia anticipatoria si intende la sensazione di disagio conseguente al pensiero di affrontare una situazione che viene considerata rischiosa.

Basta solamente immaginare il rischio percepito dal lavoratore durante il periodo della pandemia per comprendere la volontà di fuggire da situazioni percepite come simili o uguali.

La nostra memoria attiva un processo che ha come esito uno stato di ansia crescente.

Questa condizione impatta la vita quotidiana e lavorativa della persona.

La capacità personale di prendere decisioni e concentrarsi è inibita dall’accumularsi di emozioni e sensazioni fortemente negative.

L’ansia anticipatoria può manifestarsi in seguito a un disturbo post traumatico da stress. La pandemia da Covid-19, considerata come esperienza in cui è oggettivamente presente la paura della morte, della sofferenza e della perdita dell’integrità fisica, è stata associata all’insorgenza di un disturbo da stress post traumatico.

I sintomi che esprimono il disagio e la sofferenza psicologica si manifestano in un arco temporale che varia dai tre mesi a qualche anno.

È importante ricordare che il trattamento del DPTS richiede necessariamente un intervento psicoterapeutico. Tra i sintomi più diffusi nell’ansia anticipatoria possiamo trovare: tachicardia, sudorazione e tremore delle mani, tensione muscolare, problemi legati al sonno, disturbi dell’alimentazione.

Oltre a questi sintomi fisici è possibile riscontrare: senso di rabbia, confusione, disperazione, perdita di controllo sui propri comportamenti, tristezza, paura.

 7 suggerimenti per gestire e/o controllare l’ansia anticipatoria:

  • Recupero psico-fisico;
  • Utilizzare l’attività sportiva come strategia che permetta di spostare l’attenzione sul corpo anziché sui pensieri, favorendo così il rilassamento e la liberazione di endorfine che sono il nostro antidepressivo naturale;
  • Spostare l’attenzione attraverso la distrazione e la ricerca della compagnia di persone che ci fanno sentire meno soli nell’affrontare il problema;
  • Modificare l’atteggiamento mentale di paura e angoscia che si sta vivendo provando a riconoscere gli aspetti positivi della situazione che si deve affrontare;
  • Concentrarsi sul qui e ora per imparare a gestire l’imprevisto e una vita fatta di incertezze;
  • Fare attenzione ai pensieri intrusivi che possono alimentare la paura della paura;
  • Cercare l’aiuto di uno psicoterapeuta per riconoscere i pensieri intrusivi e distinguerli da quelli razionali dando loro la giusta importanza.

Bibliografia

Carlo, N. A., Falco, A., & Capozza, D. (2013). Stress, benessere organizzativo E performance. Valutazione & intervento per l’azienda positiva.

Dai, Y., Hu, G., Xiong, H., Qiu, H., & Yuan, X. (2020). Psychological impact of the coronavirus disease 2019 (COVID-19) outbreak on healthcare workers in China.

Maunder, R. G., Lancee, W. J., Rourke, S., Hunter, J. J., Goldbloom, D., Balderson, K., Petryshen, P., Steinberg, R., Wasylenki, D., Koh, D., & Fones, C. S. (2004). Factors associated with the psychological impact of severe acute respiratory syndrome on nurses and other hospital workers in Toronto. Psychosomatic Medicine66(6), 938-942.

Pappa, S., Ntella, V., Giannakas, T., Giannakoulis, V. G., Papoutsi, E., & Katsaounou, P. (2020). Prevalence of depression, anxiety, and insomnia among healthcare workers during the COVID-19 pandemic: A systematic review and meta-analysis. SSRN Electronic Journal.

Sitografia

alg-news-manuale-stress-pandemia-legacoop-veneto-2022.pdf (inail.it)

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