Canto in Gravidanza: Un Fattore Protettivo Contro la Depressione Post-Partum

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Ridurre lo stress

La depressione post-partum e le sue consequenze

La gravidanza e la nascita di un bambino rappresentano momenti molto importanti nella vita di ogni madre. Tuttavia, essere incinta e dare alla luce un figlio possono essere anche causa di consequenze negative per questo gruppo di donne, soprattutto a livello ormonale. Studi confermano che lo stress durante la gravidanza, ad esempio, può aumentare la possibilità di parto prematuro e basso peso alla nascita (Liou et al., 2016; Stavena et al., 2015). Inoltre, il 50-80% delle neomamme dopo il parto soffre di disturbi temporanei dell’umore, i quali si esprimono attraverso pianto, ansia, labilità emotiva, diminuzione dell’appetito, problemi di sonno, perdita di interesse per le attività abituali, sentimenti di incapacità di prendersi cura del bambino e preoccupazione per il benessere dello stesso: questi sintomi sono noti come “Baby blues”(Earls, 2010; Gavin et al., 2005; Reck et al., 2006; Sriraman et al., 2018). Gli sbalzi d’umore di solito si verificano nella prima settimana dopo la nascita e si stabilizzano abbastanza in fretta (Earls, 2010; Gavin et al., 2005; Reck et al., 2006; Sriraman et al., 2018); a volte, però, permangono per più di due settimane e possono condurre alla depressione post-partum o depressione postnatale (Earls, 2010; O’Hara et al., 2013; Schiller et al., 2015; Sriraman et al., 2018).

Contrariamente a quanto immaginiamo, la depressione post-partum non è rara e colpisce circa di 13% a 20% delle neomamme durante il primo anno dopo il parto (Earls, 2010; Sriraman et al., 2018). Questo tipo di depressione porta sia cambiamenti fisici che mentali ed emotivi, che possono includere bassa autostima, disturbi del sonno, irritabilità, sentimenti di ansia, spossatezza e un declino delle relazioni sociali considerate importanti (Slomian et al., 2009; Wisner et al., 2013); oltre a ciò, questa condizione può anche influenzare negativamente il bambino e il legame che ha con la madre (Righetti et al., 2002; Murray et al., 1996).

Come il canto in gravidanza può aiutare ad evitare la depressione post-partum?

Considerando gli argomenti esposti nei paragrafi precedenti, diversi tipi di interventi prenatali e postnatali sono stati sviluppati per migliorare il benessere delle neomamme e prevenire possibili disturbi. Questi includono interventi psicoterapeutici, psicofarmacologici, ma anche quelli più olistici (come lo yoga, la meditazione, il massaggio e la musica). Gli interventi musicali in gravidanza stanno guadagnando particolare popolarità negli ultimi anni, soprattutto perché è stato dimostrato che sono in grado di giovare sia al benessere delle nuove madri che al rapporto con il loro bambino (Carolan et al., 2012; Persico et al., 2017; Wulff et al., 2020). In più, questo tipo di intervento può essere attuato sia in maniera attiva (es. cantare per il bambino o suonare un strumento) che passiva (es. ascoltare musica come tecnica di rilassamento).

Uno studio condotto da Wulff et al. (2020) che includeva 172 donne incinte, per esempio, ha dimostrato che interventi musicali passivi e attivi possono contribuire positivamente al benessere delle neomamme e al rapporto con il loro bimbo. Le donne dello studio sono state divise in tre gruppi: “intervento musicale passivo” (ascoltare canzioni), “intervento musicale attivo” (cantare) e “gruppo di controllo” (nessun intervento). Le partecipanti dei gruppi sperimentali (quelli dove ci sono stati interventi) hanno presentato effetti positivi sia a livello immediato che prolungato rispetto a quelle del gruppo di controllo. I benefici immediati includevono un miglioramento dello stato emotivo, un minore livello di cortisolo (ormonio dello stress) e un maggior livello di ossitocina (ormonio che influisce positivamente nel legame tra madre e bambino) principalmente nelle donne che hanno svolto l’intervento con il canto. Inoltre, una maggiore percezione di autoefficacia e di vicinanza con il bambino sono state osservate come benefici prolungati degli interventi.

I vantaggi del canto durante la gravidanza sono stati dimostrati anche in altri studi, come quelli condotti da Carolan et al. (2012) e Persico et al. (2017). Nel primo studio (Carolan et al., 2012) è emerso che cantare al bambino ha generato rilassamento nelle madri e un sentimento di conessione tra queste ultime e i figli; i risultati della seconda ricerca citata (Persico et al., 2017) evidenziano che il canto in gravidanza può essere utile per ridurre episodi di pianto nel neonato e condizioni di stress nella neomamma. Dunque, i benefici presentati nei risultati di questi studi mostrano che cantare durante la gravidanza può essere un fattore protettivo contro la depressione post partum dato che aumento sia il benessere materno che il legame tra madre e bambino dopo la nascita.

Lo scopo di questo breve articolo è stato quello di comprendere come il canto già in periodo prenatale possa aiutare le mamme a evitare possibili malesseri e disturbi legati alla gravidanza e al parto. Cantare è un atto semplice, che può aiutare molto le madri che si sentono in ansia per l’arrivo del loro nuovo piccolo. Spesso una donna incinta teme di non essere in grado di prendersi cura del bambino, ma interventi come questo evidenziano come piccoli atteggiamenti possono essere determinanti per modificare in meglio il nostro stato d’animo.

Gabriela Andreghetti

Bibliografia

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Gavin, N.I., Gaynes, B.N., Lohr, K.N., Meltzer-Brody, S., Gartlehner, G., Swinson, T. (2005). Perinatal depression – A systematic review of prevalence and incidence. Obstetrics Gynecology 106 (5), 1071 – 83. https://doi.org/10.1097/01.AOG.0000183597.31630.db

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Murray, L., Fiori-Cowley, A., Hooper, R., Cooper, P. (1996). The impact of postnatal depression and associated adversity on early mother-infant interactions and later infant outcome. Child Development 67 (5), 2512 – 26. https://doi.org/10.2307/1131637

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Wisner, K.L., Sit, D.K.Y., McShea, M.C., Rizzo, D.M., Zoretich, R.A., Hughes, C.L., Eng, H.F., Luther, J.F., Wisniewski, S.R., Costantino, M.L., Confer, A.L., Moses-Kolko, E.L., Famy, C.S., Hanusa, B.H. (2013). Onset timing, thoughts of self-harm, and diagnoses in postpartum women with screen-positive depression findings. JAMA Psychiatry, 70 (5), 490 – 8. https://doi.org/10.1001/jamapsychiatry.2013.87

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