Quando l’Acqua Diventa Fatale: Morte Per Annegamento

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Numerose sono le persone che nel corso della propria vita possono sviluppare una fobia dell’acqua. In alcuni di questi casi la paura non è rispetto al contatto con l’acqua in sé, o di immergersi in questa; quanto piuttosto rispetto alla possibilità di annegamento.

L’annegamento è il processo di alterazione della funzione respiratoria che si verifica a seguito di immersione parziale o totale in un liquido; può non avere ripercussioni sulla salute, oppure portare a una patologia o al decesso.

Come riportato dall’OMS, l’annegamento è la terza causa di morte per evento traumatico non intenzionale nel mondo ed è responsabile del 7% di tutti i decessi legati a eventi traumatici; secondo le stime, in tutto il mondo, si verificano ogni anno 372.000 decessi per annegamento.

Può l’età influire sul rischio di annegamento?

È emerso che il rischio di annegamento è fortemente influenzato dall’età. In particolare, i soggetti più a rischio risultano essere i bambini, solitamente per una mancanza di sorveglianza. Uno studio condotto da Quan e Cummings si è concentrato nell’osservare le diverse caratteristiche e modalità di annegamento in base alle fasce d’età:

  • Bambini (0-4 anni): risultano i soggetti maggiormente a rischio, perché è stata osservata una maggiore tendenza a cadere in piscine o acqua aperta in ambienti urbani, mentre non erano sorvegliati o erano da soli. Una volta recuperati dall’acqua, di solito ricevevano la rianimazione, le cure pre-ospedaliere e di pronto soccorso, e di solito venivano ricoverati in un ospedale dove in molti casi non c’era più nulla da fare.
  • Bambini (5-14 anni): sembrano avere un basso rischio di annegamento; spesso l’annegamento è avvenuto mentre nuotavano, cadevano in acqua o andavano in barca.
  • Adolescenti (15-19 anni): modelli simili agli adulti
  • Adulti (20-34 anni): l’annegamento è stato riscontrato mentre svolgevano attività in barca o nuotavano in presenza di amici in posti principalmente rurali durante i mesi caldi dell’anno. Una volta recuperati, era improbabile che ricevessero una rianimazione o cure mediche perché di solito erano già morti. L’alcool risulta essere stato un fattore di rischio nel 13% degli annegamenti per la fascia 15-19 anni e nel 33% per la fascia 20-34 anni.
  • La fascia over 64 anni di solito aveva preesistenti condizioni mediche o psichiatriche e sono stati riscontrati maggiormente casi di annegamento mentre facevano il bagno a casa da soli. Di solito non hanno ricevuto la rianimazione o le cure mediche in quanto sono stati spesso dichiarati morti sul colpo.

Ci sono differenze di genere rispetto al rischio di annegamento?

Gli uomini risultano essere maggiormente a rischio di annegamento, con un tasso complessivo di mortalità doppio rispetto alle donne, e hanno maggiori probabilità di subire ricoveri ospedalieri a seguito di annegamento non fatale. Gli studi suggeriscono che i tassi più elevati di annegamento negli individui di sesso maschile sono dovuti a una maggiore esposizione all’acqua e a comportamenti più a rischio, come nuotare da soli e bere alcol prima di nuotare da soli o uscire in barca.

Influenza delle contesto socioculturale

Continuano ad esserci significative disparità razziali e socioeconomiche nei tassi di annegamento. Per molti, le credenze e le tradizioni culturali possono impedire ai bambini di nuotare. Inoltre, per alcuni gruppi religiosi ed etnici, sono richiesti ambienti acquatici specifici per genere e gli indumenti richiesti dalle norme religiose potrebbero non essere ammessi in alcune piscine. Dal punto di vista socioeconomico, le lezioni di nuoto necessarie per raggiungere un’abilità di nuoto di base possono essere costose o difficili. Inoltre, la diminuzione dei finanziamenti comunali per le piscine, per i programmi di nuoto e per i bagnini ha limitato l’accesso alle lezioni di nuoto e ai siti ricreativi in acqua sicura per molte comunità.

Queste barriere possono essere superate attraverso programmi basati sulla comunità rivolti a gruppi ad alto rischio, fornendo lezioni di nuoto gratuite o a basso costo, sviluppando programmi speciali per affrontare problemi culturali e sviluppando lezioni di nuoto per i giovani con disabilità dello sviluppo, cambiando le politiche della piscina per soddisfare le esigenze di comunità specifiche, utilizzando istruttori culturalmente e linguisticamente appropriati per fornire lezioni di nuoto e lavorando con l’assistenza sanitaria e le comunità religiose per indirizzare i pazienti e le loro famiglie a programmi di nuoto.

Accesso all’acqua

Avere maggior contatto con l’acqua è un altro fattore di rischio per l’annegamento. Gli individui più soggetti all’annegamento sono quelli con occupazioni nel settore della pesca commerciale o che pescano per motivi di sussistenza, che utilizzano piccole imbarcazioni e che vivono in paesi a basso reddito. Particolarmente a rischio sono i bambini che vivono vicino a fonti d’acqua non delimitate, come fossati, stagni, canali di irrigazione o piscine.

Inondazioni

Gli annegamenti sono responsabili del 75% dei decessi durante le inondazioni. Le inondazioni stanno diventando più frequenti e si ritiene che questa tendenza continuerà. I rischi di annegamento aumentano con le inondazioni, in particolare nei paesi a basso e medio reddito in cui le persone vivono in aree soggette a inondazioni e la capacità di avvertire, evacuare o proteggere le comunità dalle inondazioni è inadeguata o si sta appena sviluppando.

Migranti

I migranti sono stati considerati a maggior rischio di annegamento, a causa della scarsa familiarità e dell’impreparazione nei confronti del loro nuovo ambiente geografico, sociale e culturale. È difficile determinare il livello di rischio a causa della mancanza di dati sull’esposizione, ed è una lacuna nella letteratura sulla prevenzione dell’annegamento in generale. I migranti adulti possono essere più vulnerabili all’annegamento rispetto ai bambini, poiché il loro paese di recente adozione probabilmente si concentrerà sulle lezioni di nuoto per i bambini piuttosto che per gli adulti. Le priorità per i nuovi migranti sono generalmente legate alla ricerca di un alloggio e di un occupazione e garantirne l’istruzione; quindi, imparare a nuotare e partecipare alla ricreazione acquatica non è spesso una priorità immediata. Una sfida per la prevenzione dell’annegamento e per i professionisti della promozione della salute in generale è trovare il momento/l’opportunità migliore per offrire/attuare interventi appropriati, con la disponibilità a partecipare che può variare tra le diverse comunità.

Residenza in contesti rurali

La ruralità è stata collegata all’aumento del rischio di annegamento, a causa dell’abbondanza di corsi d’acqua naturali, della lontananza dai servizi essenziali e del tempo di risposta in caso di annegamento. Da uno studio canadese è emerso che persone appartenenti a minoranze etniche che vivevano in zone rurali avevano maggiori probabilità di annegare, rispetto alle persone che vivevano in aree urbane. La sfida per la prevenzione dell’annegamento e per la sicurezza delle acque consiste nel garantire che le persone dispongano delle conoscenze e delle competenze necessarie per vivere in sicurezza nella loro nuova comunità.

Quali strategie di prevenzione?

Esistono molti interventi per la prevenzione degli annegamenti. L’installazione di barriere (ad esempio coprendo i pozzi, utilizzando cancelli di sicurezza e box per i neonati, recintando le piscine) per limitare l’esposizione ai pericoli legati alle acque, o rimuoverli del tutto, riduce in misura significativa il livello di esposizione e i rischi collegati. Asili per bambini in età prescolare, sorvegliati e basati sulla comunità, possono ridurre il rischio di annegamento e hanno altri benefici provati per la salute. Un altro approccio consiste nell’insegnare ai bambini di età scolare i rudimenti del nuoto, della sicurezza in acqua e delle tecniche di salvataggio. Ma nell’intraprendere questi sforzi è necessario concentrarsi sulla sicurezza e su una gestione complessiva del rischio che includa un programma di provata sicurezza, un’area di formazione priva di pericoli, una valutazione e selezione degli allievi e una proporzione studenti/istruttore fissata in base alla sicurezza. Per la prevenzione degli annegamenti è anche importante dotarsi di politiche e normative efficaci. Elaborare e attuare regolamenti per la sicurezza dei natanti, del trasporto marittimo e dei traghetti è un aspetto importante del miglioramento della sicurezza sull’acqua e della prevenzione degli annegamenti. È possibile prevenire gli annegamenti durante le inondazioni aumentando la resilienza nei confronti delle inondazioni e gestendo i rischi di inondazione attraverso una migliore programmazione della risposta ai disastri e dell’assetto del territorio, nonché tramite il ricorso a sistemi di allerta precoce. L’elaborazione di una strategia nazionale per la sicurezza delle acque può far aumentare la consapevolezza in materia di sicurezza in prossimità delle acque, creare il consenso sulle soluzioni, fornire indicazioni strategiche e un modello di riferimento per l’azione multisettoriale e permettere il monitoraggio e la valutazione degli sforzi compiuti.

Maria Giuliana Ambrosino.

BIBLIOGRAFIA

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  • Lin, C. Y., Wang, L. Y., & Lu, T. H. (2019). Changes in drowning mortality rates and quality of reporting from 2004–2005 to 2014–2015: a comparative study of 61 countries. BMC public health19(1), 1-12.
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  • Willcox-Pidgeon, S. M., Franklin, R. C., Leggat, P. A., & Devine, S. (2020). Identifying a gap in drowning prevention: high-risk populations. Injury prevention26(3), 279-288.
  • World Health Organization. (2014). Global report on drowning: preventing a leading killer.

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