L’attaccamento nella coppia: la scelta del partner e la violenza nelle relazioni.

  1. HOME
  2. Articoli
  3. L’attaccamento nella coppia: la scelta del partner e la violenza nelle relazioni.
coercizione

Coercizione sessuale nelle coppie

Per coercizione sessuale si intendono quegli atti eseguiti dagli uomini nei confronti della propria partner, in modo tale da poter mantenere il controllo e diminuire il rischio di tradimento.
Tra il 10% e il 17% delle donne sposate sperimentano lo stupro da parte del coniuge (Finkelhor e YIlo, 1985; Painter e Farrington, 1999; Russel, 1982). Questo fenomeno prende il nome di Forced in pair copulation (FIPC). Negli animali questo comportamento avviene ogni qual volta si verifichino eventi come l’extra pair copulation (Atto sessuale con un altro partner), l’assenza della femmina o l’intrusione da parte di un altro maschio nel nido (Bailey, Seymour, Stewart, 1978; Cheng, Burns, McKinney, 1983).

La negazione dell’atto sessuale da parte della donna può essere percepita dal partner come un segnale di infedeltà; in questo caso, il FIPC viene messo in atto per garantire una maggiore sicurezza per quanto riguarda la paternità (Thornhill e Thornhill, 1983). La messa in atto di questa tecnica ha però dei costi elevati per la donna, per cui molti uomini scelgono di mettere in atto tattiche di coercizione più sottili, non dovendo così ricorrere alla violenza fisica. Tra queste tecniche si possono trovare la negazione del sostentamento economico, critiche alla veridicità dei sentimenti provati dalla partner, ecc. (Shackelford e Goetz, 2004). Questi comportamenti tendono ad aumentare quando la partner viene ritenuta più attraente, durante il periodo dell’ovulazione, e in base all’età, essendo le donne più giovani anche più fertili e dunque preferite dagli uomini (Bus e Shackelford, 1997; Gangestad, Thornhill, Garver, 2002; Goetz et al., 2005). Da recenti ricerche è stato rilevato che l’uso della coercizione da parte degli uomini può essere in qualche modo predetto tramite la valutazione della frequenza e del contenuto degli insulti diretti alla partner. Tra gli insulti è stato riscontrato che quelli tendenti a sminuire e accusare la compagna di infedeltà sono maggiormente predittivi di atti coercitivi. Tra le conseguenze a carico delle donne si possono elencare: una visione distorta del proprio corpo, ansia sociale, bassa autostima, gravidanze non desiderate e la contrazione di malattie a trasmissione sessuale (Campbell, 1989; Livingston, Buddie, Testa, VanZile-Tamsen, 2004; Zweig, Crockett, Sayer, Vicary, 1999).

violenza

La teoria dell’attaccamento

La teoria dell’attaccamento nasce dal pensiero di John Bowlby in merito all’osservazione dell’angoscia provata dai bambini nei momenti di separazione dalla madre. Tale angoscia accadeva anche in presenza di altre figure di accudimento (Bowlby, 1988). L’attaccamento viene inteso come la tendenza a creare e mantenere una certa vicinanza con uno o più individui considerati fonti di sicurezza (Dazzi, Ortu e Speranza, 2007). Per quanto possano essere significative per l’individuo, non tutte le relazioni saranno considerate di attaccamento (Weiss, 1982). Sono stati identificati 3 pattern di attaccamento:

  1. Bambini sicuri tendono a ricercare il contatto con la madre, quando angosciati, per poi tornare ad esplorare una volta tranquillizzati.
  2. Bambini ansiosi/ambivalenti fanno fatica ad allontanarsi dalla madre ed esplorare e al ritorno della madre, dopo l’allontanamento, risultano inconsolabili.
  3. Bambini evitanti esplorano l’ambiente senza preoccuparsi dell’assenza o della presenza della madre, l’angoscia provata non viene esternalizzata (Ainsworth et al., 1978).

Attaccamento nella coppia

I genitori come figure d’attaccamento, col passare degli anni, vengono sostituiti attraverso l’esplorazione di legami diversi, nuovi (Ainsworth, 1989). Mary Main (1992) individua 4 modelli per l’attaccamento adulto:

  1. Il modello distaccato. Le persone che presentano questo modello sono distaccate emotivamente, indipendenti e con un largo accesso ai ricordi.
  2. Il modello autonomo. Le persone che presentano questo modello hanno facile accesso ai ricordi riguardanti le relazioni e reputano anche quelle negative come significative.
  3. Modello interessato. Sono persone per lo più confuse, non riescono a dare un quadro coerente delle esperienze che hanno vissuto. Non riescono a contenere la rabbia provata verso i genitori, dimostrando un’ambivalenza che denota dipendenza relazionale.
  4. Modello disorganizzato. Questo modello è caratteristico di persone che durante la loro infanzia hanno subito violenze, abusi o traumi. Non hanno la capacità di poter distanziare questi eventi.

Riguardo ai pattern di attaccamento si è visto che gli individui sicuri, ovvero quegli individui che hanno modelli operativi degli altri e di sé più positivi, tendono a fare coppia con altri individui sicuri, cosa che non accade per gli altri pattern di attaccamento (Senchack e Leonard, 1992), che invece scelgono un partner che possa confermare la propria percezione degli altri e di sé stessi (Taborga, Woll e Carter, 1994).

attaccamento e relazioni tossiche

Il rapporto tra l’aggressore e la vittima

Lo squilibrio di potere tra l’aggressore e la vittima potrebbe portare allo sviluppo di un forte legame affettivo, questo si verrebbe a creare anche, e soprattutto, a causa delle minacce, della percezione della vittima della possibilità della messa in atto di tali minacce da parte del compagno, dell’incapacità di questa di poter trovare una via di fuga dalla relazione, dall’isolamento sociale che aumenta il senso di solitudine e di impotenza e, soprattutto dalla percezione della vittima di un certo grado di gentilezza dimostrata dall’aggressore (Dutton, 1992).

Walker (1999) descrive un modello della violenza domestica ripetitivo e ciclico costituito da tre fasi:

  1. La “costruzione della tensione”, caratterizzata dall’accumulo di tensione nelle interazioni. Il partner abusante incrementa l’oppressione, la gelosia e il possesso, vedendo il proprio comportamento come legittimo. La donna tende a negare la realtà della situazione e a sottovalutare la percezione che gli atteggiamenti del partner siano tossici, è questo un comportamento che viene condizionato dalla paura. In questa fase la donna cerca di assecondare il partner, evitando di contraddirlo, compiacendolo e non rispondendo alle sue azioni ostili (Mazzoni & Togliatti, 2009).
  2. La tensione aumenta nel tempo e la donna cerca di allontanarsi. L’attrito tra i partner finisce con lo sfociare in un’esplosione continua di violenza da parte dell’uomo (Walker, 2007). Si può assistere a “l’incidente o l’esplosione della violenza”, in cui si realizzano gli episodi di violenza più gravi. In questa fase la donna diventa sempre più timorosa, spaventata e incapace di controllare la rabbia del proprio compagno. In questa fase inizia a svilupparsi nella vittima anche un senso di sfiducia nel mondo esterno (Mazzoni & Togliatti, 2009).
  3. La “contrizione amorosa o fase della luna di miele”, nella quale si manifesta il pentimento del perpetratore che torna ad essere affettuoso e tenero nei confronti della partner, promettendole che non ci saranno più incidenti simili. La donna crede che l’uomo “reale” sia quello che le ha dispensato comportamenti gentili e amorevoli, per cui crede alla sincerità delle sue scuse. La donna per tali motivi decide di non rinunciare alla voglia di ricostruire una relazione felice con il suo compagno, fino a quando non avviene un’ulteriore discussione che instaura nuovamente il ciclo della violenza (Walker, 2007).

Rita Francesca Ceravolo

Bibliografia:

Walker, L. E. (1999). Psychology and domestic violence around the world. American Psychologist, 54(1), 21.

Dutton, M. A. (1992). Understanding women’s responses to domestic violence: A redefinition of battered woman syndrome. Hofstra L.Rev., 21, 1191.

Todd K. Shackelford, Aaron T. Goetz, (2004). Men’s Sexual Coercion in Intimate Relationships: Development and Initial Validation of the Sexual Coercion in Intimate Relationships Scale. Violence and Victims, 19 (5)

Bowlby J., (1988). A Secure Base. In Parent-child Attachment and Health Human Development. Basic Books, New York

Ainsworth M.D.S., e collaboratori (1978). Patterns of attachment: A Psychological Study of the Strange Situation. Erlbaum, Hillsdale, NJ

Partecipa al nostro seminario gratuito sulle relazioni tossiche >> 

seminario relazioni

Per ricevere assistenza o maggiori informazioni

CONTATTACI ORA

Hai bisogno di aiuto e vuoi ricevere una consulenza GRATUITA?

Vai allo
SPORTELLO DI ASCOLTO

Articoli Correlati

Iscriviti alla Newsletter

Menu